22/01/2009 - Un misterioso cubo rivestito di veli traslucidi di colore blu intenso sulle cui pareti, cangianti a seconda della luce diurna o notturna, sono proiettate immagini video. È così che si presenta la nuova
DR Concert Hall di
Copenhagen. La struttura, realizzata su progetto dell’architetto francese
Jean Nouvel, è stata ufficialmente inaugurata sabato 17 gennaio dopo quasi cinque anni di lavori.
L’ambizioso progetto di Nouvel, vincitore nel 2002 del concorso ad inviti indetto dalla Danish Broadcasting Corporation (DR), è stato accolto positivamente dalla critica. Il New York Times lo definisce un “santuario emozionante…un piccolo angolo di utopia in un mondo in cui i muri stanno crollando”. Un articolo pubblicato su Le Monde commenta l’audacia di un progetto che riesce nel tentativo di “imprimere movimento a ciò che appare come essenza statica”.
“La prima idea alla base dell’edificio – spiega l’architetto francese – è stata quella di uno schermo blu, una sorta di lanterna magica….La seconda è stata di suscitare la domanda “Cos’è questo edificio?”. Quando lo osservi durante il giorno, puoi farti un’idea di ciò che sta dietro lo schermo, anche se non realmente; a seconda della luce, l’edificio cambia notevolmente. Quando il sole è basso, si possono vedere il profilo del volume interno e la cornice della facciata vetrata che si trova dietro lo schermo”.
Nouvel cerca in tal modo di spiegare il paradosso che caratterizza il progetto: un edificio particolarmente semplice, che tuttavia non può essere realmente conosciuto nella sua interezza.
“È questa relazione tra semplicità e complessità ad essere alla base del progetto”. Di qui l’idea di creare un piccolo universo, appartenente alla nuova sala concerti, che fosse tuttavia dotato di specifici dettagli, spazi e materiali, in modo da trovare, chiudendo una porta ed aprendone un’altra, un ambiente sempre diverso.
La DR Concert Hall (25mila metri quadrati complessivi di superficie) si compone di quattro sale (denominati “Studi”), differenti per dimensioni e progettazione interna, disposte attorno ad un foyer centrale che si sviluppa su sette livelli, raggiungendo l’altezza di 30 metri oltre il pian terreno. Le pareti del foyer sono realizzate in cemento alternato in gettata con strati di materiale plastico, da cui risultano particolari ripiegature.
Alla sala concerti principale si aggiungono altri tre “studi” destinati al jazz, alla musica da camera e alle ricerche acustiche. I diversi volumi sono contenuti in un parallelepipedo a base rettangolare alto 45 metri, le cui pareti esterne sono realizzate con un tessuto blu traslucido. Sulle quattro pareti sono proiettate immagini degli eventi che si svolgono all'interno.
All’unicità cromatica dell’involucro esterno, si contrappone una molteplicità di colori che caratterizza i diversi spazi all’interno.
La sala concerti principale (Studio 1) sembra tagliata nel legno. Organizzata attorno ad un palcoscenico centrale asimmetrico, offre 1800 posti a sedere disposti su più livelli, come terrazzamenti di vigneti.
Lo Studio 2 (Orchestral Hall, con 550 posti a sedere) trae ispirazione dagli studi hollywoodiani di grande produzione. Sulle pareti sono appesi grandi pannelli di compensato sui quali sono stampati 38 ritratti di famosi solisti e compositori.
Lo Studio 3 (Rhythmic Studio, con 350 posti a sedere) rappresenta l’unità più piccola. Caratterizzato da pareti nere, alternate da pannelli lucidi chiari, e pavimento color quercia, questo spazio si ispira ad un grande pianoforte.
Il rosso è invece il colore dominante dello
Studio 4 (Choral Hall, con 350 posti a sedere), uno spazio adattabile ad una molteplicità di eventi.