11/02/2009 – È stata siglata a Londra, nella sede dell’ambasciata italiana, la firma del contratto per l’affidamento della progettazione del Waterfront di Reggio Calabria. Presenti alla cerimonia, svoltasi il 5 febbraio scorso, il sindaco Giuseppe Scopelliti e gli architetti Zaha Hadid e Patrick Schumacher vincitori del concorso internazionale di progettazione indetto nel 2006 dall’amministrazione comunale.
L’ambizioso progetto da 100 milioni di euro prevede la realizzazione di due edifici destinati a ridisegnare il lungomare urbano: il Museo del Mare e un centro multifunzionale con negozi, cinema, auditorium e uffici. All’interno del museo troveranno spazio i Bronzi di Riace, una sezione dedicata a Gianni Versace, diversi spazi espositivi, un acquario e una biblioteca.
“L’edificio, che sorgerà su quello che un tempo era stato definito da D’Annunzio il chilometro più bello d’Italia – commenta il sindaco Scopelliti – servirà a dare a Reggio Calabria un forte segnale di rinnovamento e ad inserirla nella mappa delle città culturali del Mediterraneo”.
La firma del contratto è stata preceduta, in presenza di autorità italiane ed inglesi, da una relazione tecnica dell’opera a cura della stessa progettista anglo-irachena.
“La costruzione – spiega Zaha Hadid – sarà una sorta di paesaggio sull’acqua che collegherà i due edifici e dove l’esterno entrerà all’interno con una serie di aperture e cortili affacciati sull’acqua”.
“Il design – interviene Schumacher illustrando i disegni – si ispira alle forme organiche di una stella marina e privilegia forme 'allungate, fluide ed astratte, con superfici ondulate e concave e punti d’ingresso spettacolari”.
Museo del Mediterraneo
La forma del museo del Mediterraneo è vagamente ispirata a quella di una stella marina. La particolarità di questa risiede nella regolarità stereometrica dei raggi che si articolano a partire dal corpo centrale. La pianta del livello 0, ad esempio, tende ad attrarre lo spazio esterno in una serie di anse che, rivolte di volta in volta alla passeggiata, al distretto turistico e al porto, raccolgono naturalmente il flusso dei visitatori e della moltitudine della passeggiata accogliendolo in grandi piazze aperte al riparo del volume del museo.
Per la sua simmetria radiale, pur offrendo le caratteristiche di un organismo complesso, sempre diverso e in grado di offrire paesaggi interni nuovi e sorprendenti, la peculiarità della forma garantisce una continua possibilità di orientamento, sia all’esterno che all’interno. Il percorso museale, in particolare, ne è particolarmente avvantaggiato, consentendo di organizzare un circuito espositivo chiaro ed esaustivo e in grado di raggiungere i diversi padiglioni e le funzioni accessorie in modo intuitivo. Un altro aspetto fondamentale dell’architettura del Museo del Mediterraneo è dato dal sistema di aperture a corte interne. Queste aperture coniche realizzate in cemento armato sono tracciate in modo organico sul poligono generativo della forma a stella e costituiscono un sistema strutturale fondamentale, riducendo le luci libere degli ampi spazi interni. Le corti interne portano la luce naturale dall’esterno illuminando le diverse aree funzionali che distribuite radialmente intorno ad esse. Allo stesso tempo queste aperture interne sono spazi per esposizioni all’aperto e importanti camini per il raffrescamento e la ventilazione naturale dell’edificio.
Edificio polifunzionale
Il centro polifunzionale è un complesso che si compone di tre edifici diversi articolati intorno ad una piazza centrale parzialmente coperta. L’idea alla base del progetto è quella di rendere questo edificio il più permeabile possibile rispetto al flusso della passeggiata. Il piano terra dell’edificio vuole essere una naturale estensione dello spazio pubblico del lungomare, in grado da adattarsi al mutare delle condizioni di utilizzo tra il giorno e la sera.
“L’edificio – conclude l’autrice del progetto – sarà un punto d’incontro per persone di tutte le età e attraverso le arti servirà a rappresentare la ricca e diversa storia del Mediterraneo, arricchendo la vita culturale della città. Questo collegamento tra cultura e vita pubblica è essenziale”.
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