Il trampolino, soprannominato “il faro di Oslo”, rinnova la tradizione delle città che si conferma capitale indiscussa del salto con gli sci, organizzando una gara all’anno dal 1892, oltre ad aver ospitato i Giochi Olimpici nel 1952 e numerosi campionati del mondo.
La collina di Holmenkollen, che gioca un ruolo significativo nell’identità urbana di Oslo, per adeguarsi ai cambiamenti nei regolamenti della disciplina dello skijump, è stata rinnovata e parzialmente ricostruita 18 volte. Nel panorama di Oslo il suo caratteristico profilo è un’icona chiara, da vicino la sua vertiginosa ripidità si inerpica verso il cielo, richiamando gli sguardi dei passanti verso l’alto; dalla cima la vista del panorama verso il fiordo è fantastica.
Il nuovo trampolino di skijump mantiene il precario equilibrio tra maestosità e semplicità ed enfatizza il valore di segno territoriale introducendo al contempo matericità e design. Concettualmente il progetto si basa su 3 strati visivi: il panorama in lontananza, la visione ravvicinata alla base della pista e la vista verso l’esterno dalla cima del trampolino.
Per enfatizzare la sua silhouette, la forma è affilata e di taglio semplice e utilizza il profilo esistente della barriera di protezione dal vento, traslandola parallelamente verso il basso, creando un morbido rettangolo incurvato che ospita la pista del trampolino, l’ascensore principale e i locali annessi al cancelletto di partenza. La cima è tagliata orizzontalmente per accogliere una terrazza panoramica. L’edificio Knoll è stato spostato più in alto sulla collina, diventando punto di ancoraggio della struttura, consentendo lo sbalzo ed evitando un elemento di supporto strutturale di rottura.
Da lontano la struttura appare come un affilato profilo lattiginoso, ulteriormente proteso verso il cielo grazie a un fascio luminoso che da essa si distacca.
La facciata è percepita come un’unica fascia continua. Si attesta sulla cima della pista e corre lungo quella di atterraggio, racchiudendo l’intera arena e gli spalti degli spettatori in una cornice bianca splendente.
Questo nastro serve come perenne barriera contro il vento, dalla cima alla base di atterraggio.
La facciata verso la partenza è illuminata dall’interno, tra la struttura e il vetro, per amplificare l’immagine mistica del luogo.
Da lontano, il colore si fonde in un'unica immagine, che varia molto a seconda della stagione, della notte o del giorno, ma, da vicino, l’alternarsi di zone trasparenti, traslucide e opache rivela i differenti livelli della struttura, quasi come fosse una radiografia stratificata.
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