16/03/2010 – “Due grandi gusci di cemento bianco depositati sulla spiaggia come ossi di seppia”. È questa l’immagine della futura “Città del Cinema” di Roma. Il progetto, messo a punto dagli architetti Marco Gigliotti, Luca Braguglia, Federica di Vincenzo, Vincenzo Tattolo e Martino Fraschetti, è stato presentato nei giorni scorsi al Teatro Nino Manfredi di Ostia. A lanciare l’iniziativa è Francesco Carducci, amministratore di Cinecittà e titolare dell’Auditorium Conciliazione, insieme a Francesco Gesualdi, presidente della Fondazione Rossellini per l’Audiovisivo, incaricato di trovare soggetti pubblici disponibili a finanziare il progetto.
Obiettivo dell'iniziativa è la realizzazione di un complesso con tre sale cinematografiche rispettivamente da 1.200, 600 e 300 posti a sedere, oltre ad una sala Imax da 400 posti, due sale convegni, un luogo della memoria per la raccolta di documentazione video sul cinema, una biblioteca, e ancora uffici, spazi commerciali per librerie e merchandising cinematografico, ristorante e caffetteria.
“L’approccio al progetto – spiegano gli autori – trae ispirazione dalla possibilità di immaginare come sito per la realizzazione della città del cinema un’area posta di fronte al mare, mantenendo la volontà di creare tuttavia un rapporto con un tessuto urbanizzato. Un lotto ipotetico: in prossimità del mare appare come la risultante dalla giustapposizione di due figure geometriche ben riconoscibili: un trapezio ed un rettangolo”.
Le due figure geometriche appaiono come due sassi, al cui interno “la vita è simboleggiata da un filamento che parafrasando il concetto della vita stessa trova la sua ragion d’essere in una rampa spiroidale che avvolgendosi su sé stessa gestisce i collegamenti verticali ed orizzontali all’interno della città divenendone il principio ispiratore ed organizzatore”.
La rampa a spirale evoca la pellicola cinematografica: così come quest’ultima organizza le sequenze dei fotogrammi, la rampa organizza la gerarchia di tutte le funzioni ed attrattive della città del cinema.
I percorsi interni originati dalla rampa spiroidale sono racchiusi all’interno di una teca di cristallo che assolve alla doppia funzione di realizzare un fronte per il guscio allungato che contiene la sale cinema più piccole, ma sopratutto di creare un luogo speciale che accoglie tutti i visitatori che all’interno di questo acquario si trovano ad essere spettatori e attori al tempo stesso.
La Fondazione Rossellini intende ora aprire un tavolo di confronto con tutti i soggetti istituzionali potenzialmente interessati alla realizzazione del nuovo complesso cinematografico.
“Come imprenditore – commenta Carducci – ho recuperato il Palalottomatica e l’Auditorium della Conciliazione, ma questo progetto deve riguardare gli enti pubblici, non il privato”.
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