31/03/2010 - Il Centro per l'arte contemporanea Luigi Pecci di Prato ha da poco inaugurato la mostra “Gianni Pettena. Acquisizioni per la collezione del museo”.
L’esposizione, in corso fino al prossimo 20 giugno 2010, presenta al pubblico un corpus di opere originali concepite dall’architetto radicale, bolzanino di nascita a fiorentino d’adozione, durante gli anni dell’esordio professionale. La collezione è stata recentemente acquisita dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Prato.
Sin da principio, il percorso di ricerca di Pettena, classe 1940, si muove tra arte e architettura: nel 1973 pubblica il testo “L'anarchitetto”, dove, autodefinendosi “la spia” dichiara la propria alterità rispetto all’architettura accademica e rimarca la volontà d'introdurre nella disciplina architettonica gli strumenti e i linguaggi dell’arte concettuale, distinguendosi così anche nel gruppo degli architetti "radicali".
“Strettamente collegate alla nascita e agli sviluppi dell'Architettura Radicale a Firenze tra la fine degli anni '60 e l'inizio degli anni '70, le opere acquisite includono progetti e documenti di installazioni e azioni realizzate da Pettena in Italia fra il 1968 e il 1969; proposte di fusione fra architettura e natura elaborate per il Concorso internazionale Trigon a Graz nel 1971; sperimentazioni realizzate nel corso della residenza a Minneapolis e di ulteriori viaggi negli Stati Uniti fra il 1971 e il 1973, come la performance "vestirsi di sedie" e l'indagine fotografica sulla "architettura inconscia"; la dichiarazione di poetica “Io sono la spia”, realizzata nel 1973 in occasione della fondazione del sistema di laboratori creativi collettivi Global Tools”, spiegano gli organizzatori della mostra.
Gianni Pettena, Biografia
Nato a Bolzano nel 1940, vive e lavora a Fiesole-Firenze. Laureato nel 1968 presso la Facoltà di Architettura dell'Università di Firenze, vi ha svolto attività didattica a partire dal 1973. Dal 1983 ha insegnato anche alla Domus Academy di Milano, scuola internazionale post-laurea di design. Ha tenuto seminari e conferenze nelle scuole d’architettura più prestigiose d'Italia e all’estero; ha scritto di architettura e di design, ha pubblicato articoli e saggi su riviste d’arte e d’architettura contribuendo a mantenere vivo il dibattito sul rapporto tra le due discipline e sul ruolo del "radicale"; ha partecipato come critico al dibattito internazionale riflettendo tale esperienza nella sua attività didattica.
Co-fondatore e co-ispiratore alla fine degli anni '60 del movimento dell'Architettura Radicale e in seguito della Global Tools, ha svolto attività sperimentale intesa a eliminare i confini disciplinari e rivisitare e reinventare alfabeti e linguaggi. Ha riproposto le tematiche del "radicale" nella mostra Radicals alla Biennale di Architettura di Venezia del 1996 e nella successiva esposizione Archipelago al Palazzo Fabroni di Pistoia nel 1999.
Le sue opere sono state presentate in un'ampia ricognizione antologica al Frac Centre di Orléans nel 2002 e alla Fondazione Piaggio di Pontedera nel 2003. Nel 2008 ha partecipato alle rassegna Manifesta 7 a Rovereto e nel 2009 alla mostra collettiva The death of the audience organizzata presso il palazzo della Secessione a Vienna.
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