27/05/2010 – I progetti di 14 maestri dell’architettura contemporanea sono al centro della mostra itinerante dal titolo “La complessità del progetto contemporaneo per un’architettura responsabile”.
L’esposizione, dedicata alle opere realizzate da Renzo Piano, Thomas Herzog, Paolo Soleri, Philippe Samyn, Emilio Ambasz, Michael Hopkins, Joachim Eble, Massimo Pica Ciamarra, Herbert Dreiseitl, Tadao Ando, Gernot Minke, Mario Cucinella, Alexandros Tombazis e Georg W. Reinberg sarà inaugurata domani, 28 maggio, presso il castello Maniace di Siracusa.
“Gli architetti che sono stati invitati a prender parte alla mostra hanno tra loro una visione dell’architettura differente e le loro vocazioni e aspirazioni al mestiere sono logicamente diverse, per la molteplicità delle occasioni e la peculiarità dei luoghi nei quali hanno operato. Il titolo della mostra, oltre alla parola progetto ne racchiude altre due, complessità e responsabilità, sulle quali è importante fare alcune riflessioni in quanto caratterizzano il progettare all’inizio del Terzo Millennio e possono aiutare, come chiave di lettura, a capire le eterogeneità delle poetiche degli architetti invitati… I processi di innovazione, soprattutto sotto l’aspetto tecnologico e di linguaggio, danno vita a processi di superamento precoci, richiedendo strategie e metodologie che chiamano in causa i paradigmi della contemporaneità, della sostenibilità e del costruire.
In un certo senso, i processi innovativi legati alla sola tecnologia sbilanciano l’idea centrale del progetto troppo verso il comfort, data la rapidità stessa dell’obsolescenza dei materiali e delle loro tecniche di messe in opera rispetto, ad esempio, ai ruoli di altre componenti della progettazione, distribuzione, struttura, contesto.
Infatti, sotto questo profilo, l’acquisizione dell’involucro edilizio come risparmiatore/produttore di energia va verificata non a livello della micro o della macro scala, ma nel complesso del paradigma energetico: ci si può domandare quanto costa, e non solo in termini economici, ma di clima, di inquinamento, di consumo energetico, di impatto, produrre tale involucro? Questa considerazione tira in ballo almeno un altro paradigma, quello sociale, e quindi l’idea di non poter pensare di costruire un’architettura forte di un modello di ricerca a senso unico, promossa e usufruita solo dalle grandi multinazionali, senza tener conto che il problema della sostenibilità e dell’ambiente riguarda tutte le fasce sociali, anzi, riguarda l’umanità nel suo insieme….Il termine responsabilità è correlato, per quanto affermato sinora, a quello della complessità e chiama in causa la figura dell’architetto come responsabile delle profonde modificazioni ambientali. L’architetto ha il dovere, nel progettare, di guardare all’insieme e non alla frammentazione degli interventi perché questa non affronta le problematiche nel loro insieme, per cui l’architetto non può essere troppo autoreferenziale”, spiega Giancarlo Priori, Coordinatore Scientifico del progetto espositivo e docente di Composizione architettonica e urbana presso l’Università degli Studi di Napoli Federico II.
Tra le opere in mostra il Nuovo parlamento tedesco a Berlino ed il masterplan per la costruenda città di Masdar (Emirati Arabi) di Norman Foster; la Distilleria Nardini a Bassano del Grappa (VI), il Centro Congressi Italia - Roma – Eur e la Zenith Music Hall di Strasburgo (Francia), progettati da Massimiliano e Doriana Fuksas; la California Academy of Sciences (San Francisco) e la nuova sede del “New York Times” (New York) di Renzo Piano; l’Evelina Children's Hospital di Michael Hopkins e gli edifici residenziali pubblici a Lunghezzina (Roma) di Thomas Herzog.
La mostra sarà visitabile fino al 6 giugno 2010. All’inaugurazione, prevista per le 12.00 di domani, 28 maggio, sarà presente anche uno degli architetti in mostra, Massimo Pica Ciamarra.
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