24/05/2010 - Lo studio luganese Buletti Fumagalli e associati è il vincitore del concorso di progettazione in due fasi per la ristrutturazione del Palazzo di Giustizia di Lugano (Svizzera). Secondo e terzo premio sono invece stati rispettivamente attribuiti a Lupini Machado Architetti (Milano) e dal trio di architetti Federica Colombo, Andrea Casiraghi e Remo Leuzinger.
In funzione da circa quarant’anni, la struttura pubblica, è ubicata nel centro cittadino ed è composta da un quartetto di volumi reciprocamente connessi, ospitanti uffici amministrativi e una sala del tribunale. Il team vincitore prevede un intervento di tipo "conservativo" a tutela del complesso, il cui modulo architettonico del blocco A viene "spogliato" delle lamiere di rivestimento dei parapetti e delle strutture di metallo davanti alle finestre, a favore di una pulizia formale e a vantaggio del calcestruzzo a vista.
“Il progetto si basa fondamentalmente su otto idee. Si sviluppano progressivamente dal tema urbanistico dell'isolato e dei percorsi pubblici al tema degli spazi interni a corte, dal tema dello zoccolo perimetrale a quello dell'ingresso, dal tema dello spazio d'entrata a quello del corridoio centrale e degli spazi di lavoro e della distribuzione delle installazioni tecniche”, spiegano dal team vincitore.
La proposta prevede infatti la riqualificazione urbanistica dell'isolato ospitante il Palazzo di Giustizia attraverso la creazione di un nuovo percorso pedonale centrale, che attraversi l’area in direzione est-ovest. Contestualmente un itinerario pubblico nord-sud “taglia” il sedime del Palazzo di Giustizia, dando vita a una corte a carattere pubblico.
Lungo il perimetro degli affacci su via Pretorio e via Bossi il team immagina la realizzazione di uno zoccolo in pietra, quale struttura capace di mediare tra le differenti e importanti quote tra marciapiedi e ingressi. "Un "fil rouge" pensato per condurre i cittadini alle differenti entrate, comprendente le scale e le lunghe rampe d'ingresso e in grado di annullare visivamente le finestre dei depositi del piano seminterrato. Uno zoccolo che accentua il carattere pubblico dell'edificio. Questo zoccolo è anche una panchina urbana, spiegano da Buletti Fumagalli e associati.
“Una nuova pensilina in metallo lucido segnala l’ingresso principale della struttura sito in via Pretorio, per poi penetrare all'interno dell'edificio e caratterizzare il soffitto dell'intero atrio d'ingresso. Essa propone una continuità spaziale tra esterno ed interno, una continuità tra la scala e la rampa esterne e lo spazio centrale. Lo spazio dell'atrio d'ingresso è caratterizzato da una lunga parete in vetro opaco posta trasversalmente, una linea retta che determina le importanti gerarchie funzionali tra il corpo scale e lift, la sala delle udienze e i corridoi interni. Una parete in legno naturale conclude lo spazio dell'atrio e ne costituisce il fondale.
Viene creata una successione di due spazi a corte interni per chi lavora nel Palazzo, aree tranquille per rigenerarsi, dialogare con i colleghi durante una pausa caffè. La prima corte superiore è minerale, una terrazza attrezzata con panchine e lunghi tavoli, mentre la seconda corte si trova ad un livello inferiore ed è uno spazio verde, raggiungibile dalla prima terrazza mediante una rampa disegnata come una passerella.
Il concetto progettuale degli spazi di lavoro si basa fondamentalmente nel creare un nuovo corridoio interno definito da un lato da una parete in legno naturale (verso l'esterno) e dall'altro lato da una parete vetrata (verso la corte interna). La superficie della lunga parete in legno incorpora sia le parti fisse sia le parti apribili, e si qualifica quindi per la sua unitarietà e continuità. Le stesse specificità spaziali ha anche la superficie della parete vetrata opposta, anch'essa continua e unitaria, e dove il vetro permette incerte trasparenze - mitigate da tende a lamelle che garantiscono la privacy - e alla luce naturale di raggiungere il corridoio. La parete vetrata è posta dietro i pilastri portanti.
Il progetto del nuovo corridoio negli spazi di lavoro è concluso: il contrasto tra due materiali differenti, l'unità e continuità delle due opposte pareti e la lunga vetrata, posta dietro la serie di pilastri portanti, creano uno spazio qualificato, caratterizzato dal ritmo dei pilastri e inondato di luce naturale Gli uffici potranno così assumere caratteri e specifiche diverse a dipendenza delle loro funzioni, uffici più ampi e trasparenti verso la corte interna e uffici più piccoli e privati verso la città”, si legge nella relazione di progetto.
Fino al prossimo 1 giugno 2010 il padiglione MAC 3 del Centro Esposizioni di Lugano ospiterà l’esposizione dei progetti che hanno preso parte al concorso.
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