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Ragusa: ex aequo tra Sylos Labini e SDGR Studio
2 concept per rifunzionalizzare il Palazzo Comunale Ex Ina
Autore: rossella calabrese
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28/05/2010 – Si è concluso con un testa a testa il concorso internazionale di architettura per il Recupero e la Rifunzionalizzazione del Palazzo Comunale Ex Ina (destinato ad ospitare una struttura alberghiera a cinque stelle) e l’arredo urbano di piazza San Giovanni a Ragusa. La commissione giudicatrice, presieduta dall’arch. Paolo Portoghesi, ha attribuito il primo posto ex aequo agli studi SMN G.L. Sylos Labini e Partners di Bari ed al casertano SDGR Studio, guidato dall'arch. Andrea Santacroce.
 
“Il progetto prevede la totale riconfigurazione architettonica dei volumi dell’edificio oltre alla sottrazione degli ultimi due livelli. Sui prospetti è prevista l’applicazione di schermi plurifunzione, posti ad una distanza variabile dai margini della sagoma attuale, in rapporto alle diverse esigenze di rifunzionalizzazione. La nuova facciata verso la piazza assume l’allineamento dei fronti edificati su via Roma ed è divisa in tre parti tra le quali sono nettamente individuabili l’ingresso all’hotel ed il passaggio verso la corte. A piano terra sono previste ampie aperture che mettono in relazione gli spazi pubblici dell’albergo con la piazza ed il passaggio di comunicazione con la corte. Al primo e secondo piano gli schermi traforati nascondono alla vista diretta dalla piazza le logge su cui affacciano le camere dell’hotel”, spiegano dallo studio barese SMN.
 
La copertura del volume emergente è riconfigurata in un'unica superficie piegata a forma di falde di tetto. Il progetto degli  spazi aperti  si articola essenzialmente in tre ambiti, ovvero piazza  San Giovanni, la corte/giardino e le  terrazze  panoramiche  per le quali si individuano funzioni collettive e caratteri architettonici distinti, peculiari e complementari, integrati con il contesto, riproponendo il rapporto “Sagrato, piazza, attraversamento dell'albergo, giardino interno” che si pone come asse portante dell'intero progetto, mentre non si propongono interventi strutturali nella Piazza, ma solo arredi mobili.  L’edificio è concepito per una elevata percentuale di autosufficenza  energetica, essendo nel complesso una macchina bioclimatica. L’involucro esterno vetrato è in gran parte protetto sui lati esposti alla radiazione solare dagli schermi distanti 2 metri dalla superfice a vetri. Nelle parti non protette i frangisole, integrati nei componenti di facciata, sono orientabili ed in posizione orizzontale permettono una efficace vista verso l’esterno. Nella stagione estiva la facciata ovest e la copertura sono ventilate da aria proveniente dalla corte interna ombreggiata e raffrescata nell’attraversamento del piano interrato. E’previsto il recupero ed il riutilizzo delle acque piovane della piazza, delle coperture e della corte. La copertura ventilata contiene, nello spessore delle parti esposte a sud, pannelli fotovoltaici in grado di garantire in gran parte il fabbisogno energetico di funzionamento".
 
“L’idea di fondo che soggiace all’idea progettuale è quella di una città nuova che, pur attualizzando i caratteri della città storica settecentesca, da essa tragga i motivi per rinnovarsi. Un pezzo di città i cui elementi costitutivi siano rappresentativi della vita urbana e in cui l’architettura svolga il suo ruolo di rappresentazione e renda evidenti relazioni e valori. Intorno ai  punti di riferimento del sistema urbano e ai valori architettonici del contesto  si è generato infine lo spartito tettonico della nuova facciata architettonica, si legge nella relazione di progetto fornita da SDGR Studio

La forma del nuovo volume progettato è quella di un edificio che ricompone lo spartito spaziale e volumetrico dei due edifici del tessuto storico precedenti l’edificio moderno. La Cattedrale  che domina il  vuoto della piazza è la scena fissa e monumentale della città in quel luogo, conferma ennesima del rapporto  stretto che esiste tra l’architettura e la forma del luogo. Lo spazio della piazza è concepito come una  piattaforma che si dispiega tra due ali porticate, quello del sagrato e quello del nuovo edificio. Lo spazio pubblico della piazza si arricchisce infatti della galleria destinata a vitalizzare gli scarti spaziali tra il nuovo edificio  e i percorsi urbani di Corso  Italia e Corso Vittorio Veneto nonché raccordare, attraverso un percorso e la rampa pedonale, la Piazza San Giovanni con la sede del Comune. L’insieme è configurato con figure architettoniche leggere ed eleganti che rendono percepibile e dinamico la profondità  dello spazio della piazza, nonché  i matronei di affaccio per  l’utenza dell’albergo. La visione globale dell’intervento si sintetizza nella massima economia dei mezzi  materiali  prefabbricati che solo apparentemente è fra i principali limiti del progetto, ma al contrario costituisce il nerbo della sua stessa forza espressiva”.
 
Il titolo di secondo classificato è spettato al team guidato dall’architetto viterbese Leonardo Maria Proli, mentre il terzo posto è andato all’architetto siracusano Vincenzo Latina.

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