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22/06/10 - Il campus dell’Università di Gand è stato volutamente mantenuto e gradualmente sviluppato all’interno del centro cittadino. Il nuovo Universiteitsforum (UFO), aperto nell’anno accademico 2009-2010, comprende un auditorium da 1.000 posti divisibile in due anfiteatri, uno con una capienza di 600 persone e l’altro di 400. Dell’edificio fanno inoltre parte uffici, laboratori e un centro conferenze. Per gli architetti Xaveer de Geyter e Stéphane Beel, vincitori del concorso di progettazione indetto nel 2001, il nuovo complesso ha rappresentato un’occasione per rafforzare il tessuto urbano.
Un nuovo volume di grandi dimensioni ma perfettamente integrato
L’UFO, come è stato soprannominato il nuovo Auditorium, è lungo ben 100 metri e largo 30, per un’altezza di 17 metri. Sorge su un terreno di 800 metri di lunghezza fiancheggiato su un lato dalla brulicante Sint-Pietersnieuwstraat e sull’altro da uno dei tanti canali che attraversano il centro della città. Gli architetti hanno sfruttato in modo intelligente l’inclinazione del terreno, sia lungo la strada che verso il fiume, per inserire armoniosamente questo voluminoso edificio nel paesaggio urbano.
Grandi spazi aperti
L’aspetto che più colpisce, a prima vista, è la sobrietà degli esterni in vetro e cemento. L’ingresso spazioso dà sulla strada con ampi bow-window; i suoi pavimenti sono in lastre di cemento in cui è stata incastonata della pietra lucidata, mentre i soffitti sono rivestiti in nero per far risaltare le strisce di luci sfalsate. La massa di cemento grezzo del pavimento dell’Auditorium sembra come sospesa nel vasto open space, punteggiato da pilastri in acciaio. Gli architetti hanno sapientemente distribuito il volume dell’Auditorium lungo tutta l’altezza dell’edificio, in modo che appena un terzo dello spazio occupi il piano terra. Solo una volta entrati nell’Auditorium ci si rende conto della sua vastità e imponenza.
Appena varcata la soglia si resta colpiti innanzitutto dallo spessore delle porte rivestite di pannelli acustici in quercia bianca americana, poi dal calore degli interni, in netto contrasto con l’aperta sobrietà dell’ingresso. Per i 1.500 metri quadrati di pavimentazione su diversi livelli sono stati usati listelli di quercia bianca americana (American White Oak), disposti su pannelli a fibre orientate (OSB), a loro volta fissati su lastre in solfato di calcio secondo le normative antincendio. Anche i muri e il soffitto dell’auditorium sono ricoperti da listelli di quercia bianca americana di 3 cm x 2, con lunghezze variabili comprese fra 1 e 3,5 metri. Ma qui l’estetica creata dai listelli si fa più elaborata.
Il tessuto nero ignifugo inserito fra i listelli e il pannello di supporto sottolinea il motivo ornamentale. Così, ogni parete è attraversata in tutta la sua lunghezza da un disegno che ricorda l’onda digitale di uno spettrogramma elettronico. Solo guardando più da vicino i pannelli si riesce ad apprezzare la complessità del mosaico, degno dei maestri bizantini!
Un’acustica eccellente nel rispetto delle normative antincendio
Gli architetti erano alla ricerca di una soluzione tecnica in grado di soddisfare due requisiti chiave: in primo luogo, occorreva rispettare la normativa antincendio M1, che prevede un tempo minimo di resistenza alle fiamme di 30 minuti; in secondo luogo, era importante offrire un’ottima acustica tanto nelle prime quanto nelle ultime file. Il che non è poco, in un auditorium per mille studenti!
«Volevamo trovare un unico materiale da poter utilizzare sia per il pavimento che per il soffitto – spiega l’architetto Joris Van Huychem – e i listelli in quercia bianca americana si sono rivelati la soluzione migliore. Inizialmente il corpo dei vigili del fuoco locale ha sollevato delle obiezioni, presto superate anche grazie alla preziosa collaborazione delle principali società appaltatrici coinvolte nel progetto. La quercia bianca ha inoltre una tonalità tendente al grigio che si sposa perfettamente con la semplicità d’insieme dell’edificio».
Tuttavia, per ottemperare alle norme antincendio M1, una volta segati e piallati, i listelli di quercia dovevano essere trattati a pressione con un ritardante di fiamma. Nei pannelli prefabbricati di listelli di quercia sono stati quindi inseriti un tessuto ritardante di fiamma e del cartongesso ignifugo. Dietro ai pannelli già montati è stato collocato un ulteriore strato di 7 cm di lana di roccia fonoassorbente. Invece i listelli usati per il pavimento, in quercia bianca di classe FAS essiccata al forno, non sono stati sottoposti a trattamento ignifugo ma semplicemente segati in tasselli di 3 cm di larghezza per 10 mm di spessore e di lunghezza variabile, fino a un massimo di 1,5 metri. Questo perché i listelli non sono stati piallati, in modo da mantenerne il caratteristico aspetto scabro; i tecnici di Jadoul, la ditta responsabile della pavimentazione, erano pertanto preoccupati della stabilità dimensionale del legno. Dopo la posa, è bastato trattare il pavimento con la vernice Plastor PUR-T® 4 per renderlo più resistente all’usura.
Gli ingegneri del suono si erano raccomandati che almeno il 30% dei 1.000 metri quadrati di soffitto e di pareti non fosse rivestito, così da favorire il fonoassorbimento. Le aree esposte, inoltre, dovevano trovarsi preferibilmente nella parte superiore della parete. Per garantire una transizione graduale dall'alto verso il basso, gli architetti hanno creato con Drafab, la società responsabile delle finiture, uno splendido motivo a forma di onda. Ma il disegno doveva sembrare assolutamente casuale. I grafici di Drafab hanno dunque realizzato al computer venti pannelli differenti, ciascuno dei quali rappresenta una diversa combinazione di listelli di quercia di varia lunghezza e larghezza. Assemblando i singoli pannelli in svariati modi si ottiene una serie di disegni casuali. I tecnici hanno quindi provato diverse combinazioni per dar vita a un modello in scala reale del soffitto e delle pareti dell’auditorium. Ciò ha consentito tra l’altro di definire esattamente il numero di pannelli da produrre per ciascun modello e di indicarne agli installatori la precisa disposizione nell’ambito del gigantesco mosaico. Per essere sicuri che tutti i pannelli di uno stesso tipo fossero perfettamente identici, è stato creato uno stampo negativo da un pannello in MDF con una macchina CNC. I vari modelli di pannelli sono poi stati assemblati nelle quantità desiderate. I listelli in quercia sono stati avvitati sui pannelli di supporto in MDF da dietro, in modo che sui pavimenti e sui muri finiti non fossero visibili i buchi.
Nel rispetto della normativa vigente, sul retro e sul davanti dell’auditorium si trovano le aperture antincendio: qui il rivestimento a listelli è aperto e non montato su pannelli di supporto per consentire la fuoriuscita del fumo.
Guardando i pannelli delle pareti più da vicino si nota che alcuni listelli sono adagiati sul lato da 2 cm, mentre altri su quello più largo, da 3 cm. Ciò crea una superficie irregolare, voluta dagli ingegneri del suono per garantire un migliore assorbimento delle onde sonore. Anche i listelli di quercia del pavimento a gradoni sono stati posati in modo tale da ottimizzare il fonoassorbimento. Le file di poltrone sono disposte su quattro livelli e l’alzata del gradino forma un angolo di 85°: un ulteriore elemento di complessità che ha reso opportuna la progettazione al computer anche per i pavimenti, prefabbricati e poi assemblati in cantiere. Ne risulta un’acustica eccezionale: “Gli studenti dicono che non sembra di trovarsi in un auditorium così grande” osserva Michaëla Geenens, responsabile del progetto dell’Università di Gand. Tutti gli elementi in legno sono stati realizzati in tempi brevissimi nell’estate del 2009, in modo da poter inaugurare l’auditorium con l’inizio del nuovo anno accademico.
I vantaggi ambientali del progetto
I tecnici responsabili delle finiture hanno utilizzato circa 90-100 metri cubi di quercia bianca americana per produrre i pannelli installati sul soffitto e sulle pareti. Considerato che un metro cubo di legno di latifoglie essiccato trattiene grosso modo 0,9 tonnellate di anidride carbonica, soltanto per il rivestimento di pareti e soffitto sono state immagazzinate 81 tonnellate di CO2. Questo rapido calcolo non tiene conto dei 1.230 metri quadrati di pavimenti (anch’essi in listelli di quercia), né della riduzione delle emissioni di CO2 in termini di energia incorporata (cioè di energia e di emissioni di CO2 che sarebbero state necessarie per produrre materiali alternativi al legno massello). L’energia indispensabile per trasportare il legno di latifoglia americano in nave attraverso l’Atlantico è appena superiore a quella che servirebbe per un tragitto di 500 km via terra. Molti architetti sono riluttanti a usare legno di importazione a causa dell’impatto ambientale negativo delle emissioni di CO2 durante il trasporto. Di fatto, però, nel caso del legno di latifoglie americane le emissioni di CO2 connesse al trasporto sono minime in quanto gran parte del viaggio si compie per mare. Basti pensare che la circumnavigazione del globo (40.000 km) aggiungerebbe soltanto 0,44 kg di CO2e/kg all’impronta complessiva, una quantità che sarebbe subito compensata dal carbonio trattenuto dal prodotto in legno. Al riguardo, l’AHEC ha commissionato un'analisi sul ciclo di vita dei suoi principali prodotti che fornirà dati scientifici esatti.
AHEC American Hardwood Export Council
St Michael's Alley 3
EC3V 9DS Londra - GRAN BRETAGNA
Tel. +44 (0)20 76264111
Fax +44 (0)20 76264222
www.americanhardwood.org
[email protected]
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