20/09/2010 - Nella primavera del 2010 l’Arcidiocesi di S. Angelo dei Lombardi-Conza-Nusco-Bisaccia ha bandito un concorso di progettazione per la realizzazione di un Centro Parrocchiale (chiesa, casa canonica e locali di ministero pastorale) nel Comune di Frigento (AV) in località Pila ai Piani, comune irpino della Valle dell’Ufita.
Il Concorso è stato espletato mediante una procedura ristretta che ha previsto l’iscrizione esclusivamente ai professionisti appartenenti all’Ordine degli Architetti della Provincia di Avellino. I 19 progetti presentati sono stati esaminati da una commissione giudicatrice composta dall’Arcivescovo Mons. Francesco Alfano, del Direttore dell’Ufficio Tecnico Diocesano Mons. Tarcisio Gambalonga, dal Parroco Padre Davide Stallone, da un membro della Commissione Tecnica Diocesana Arch. Consolato Orazio Cavallaro, del Direttore dell’Ufficio Tecnico Diocesano Geom Luigi D’Angelis.
Il progetto vincitore è risultato quello dello studio VZL + architetti associati, degli architetti Federico Verderosa, Nicola Zarra, Rocco Lettieri, Giuseppe De Gianni, Carmine Fischetti e che si avvalso della collaborazione di Padre Uwe Michael Lang in veste di liturgista, di Rodolfo Papa come artista e consulente esperto di arte sacra e dell’arch. Tania Culotta in qualità di esperta in architettura liturgica, e ancora di un artigiano locale, Carmine Calò, per l’ideazione delle formelle della “via Crucis”.
"Il tessuto edilizio del contesto in cui andiamo ad intervenire presenta tratti di normale modestia comune purtroppo a molti luoghi italiani. L’intento è allora di ricucire, riannodare, ricomporre in modo da svelare una trama che non è priva di episodi di limpida bellezza. Le modalità architettoniche adoperate per configurare gli edifici di progetto sono quelle che alludono alla tradizione della piazza italiana. Ricomporre gli elementi, non solo formali, che hanno reso unico tale luogo diventa obiettivo principale.
Come si può ben immaginare, in tale ottica, l’edificio ecclesiastico acquista un valore incalcolabile: esso ne costituisce il cardine attorno a cui ruota tutto il resto.
La facciata, elemento iconico per eccellenza, trasmette in maniera immediata e chiara la natura dell’edificio. La forma ideata, senza indulgere in stucchevoli imitazioni del passato, suggerisce tramite calibrate inclinazioni archetipi senza tempo. All’ingresso della chiesa, sul lato ovest, si apre lo spazio tradizionale del sagrato che regolato da rapporti equilibrati diventa luogo pubblico per eccellenza. Su di esso si affaccia, come contrappunto volumetrico dell’edificio ecclesiastico, la casa canonica che in tal modo regola e conclude tale evento spaziale. Percorsi idonei per dimensione e tipologia fungono da connessione con il tessuto urbano circostante offrendo prospettive e visuali significative", si legge nella relazione di progetto.
"Dalla strada provinciale, sul lato nord-est, la chiesa è elemento riconoscibile sia per la verticalità del campanile che per la massa della zona absidale. L’accesso dalla strada è regolato da un spazio adibito a parcheggio e da due percorsi che fiancheggiamo l’edificio della Chiesa. Una piazza bassa, situata ad un livello inferiore rispetto al piano della chiesa, arricchisce ulteriormente il progetto esaltando i volumi del campanile e della zona absidale. La piazza che si è configurata permette quindi l’ingresso al salone parrocchiale e alle aule per la catechesi.
I materiali ed i colori adoperati sono strettamente funzionali al programma illustrato. L’uso prevalente del mattone faccia a vista conferisce un carattere unitario all’intero complesso. La chiesa di progetto è una chiesa orientata. Pur se limiti e la conformazione del lotto hanno suggerito una forma rettangolare con orientamento nord est - sud ovest, le scelte spaziali e funzionali obbediscono all’orientamento che la tradizione ed il simbolismo vogliono in direzione est-ovest.
L’incrocio tra queste due geometrie genera, caratterizza e regola il volume della chiesa. La diagonale orientata informa il parallelepipedo puro che al suo incontro si apre, si piega, si vivifica. Su tale traccia si dispongono gli elementi distintivi dell’organizzazione liturgica. La posizione di ogni arredo acquista quindi valenza in sè e in relazione peculiare con gli altri.
Ne scaturisce, quindi, una riconoscibilità immediata di tutte le parti fin dall’ingresso nell’aula liturgica. Lo sguardo è focalizzato in primo luogo verso l’altare e subito dopo sul tabernacolo e sull’ambone. L’obiettivo, è stato quello di creare un complesso organico, dove elementi materiali e spirituali avessero ragione in sé stessi e nelle relazioni reciproche, con la consapevolezza che ogni elemento avesse carattere di teofania, cioè capace di rivelare l’infinità di Dio".
Nel prossimo novembre si terrà un convegno sull’architettura sacra e in tale sede sarà allestita la mostra dei 19 progetti di concorso con la relativa pubblicazione. La posa della prima pietra invece è prevista nella primavera del 2011.
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