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Julião Sarmento, Cromlech, 2010
08/10/2010 – Quattro registi, quattro architetti, quattro film e altrettante residenze sono al centro della mostra “No Place Like” con cui il Portogallo prende parte alla 12esima Biennale Internazionale di Architettura di Venezia presso l'Università Ca’ Foscari.
Manuel e Francisco Aires Mateus, Ricardo Bak Gordon, João Luís Carrilho da Graca e Alvaro Siza Vieira sono gli architetti chiamati a rappresentare il paese più a ovest d'Europao dai commissari Julia Albani, José Mateus, Rita Palma e Delfim Sardo. Filipa César, João Onofre, João Salaviza e Julião Sarmento gli autori dei video presentati. Le case, rappresentative di differenti tipologie abitative e contesti di destinazione, sono tutte situate in Portogallo.
“Nella storia dell'architettura del Novecento, così come nella vita economica, politica e sociale dell’inizio di questo secolo - l'abitazione (intesa sia come “casa” nella sua accezione più letterale, che come “pratica dell’abitare” in senso metaforico), ha costituito il motore fondamentale del pensiero architettonico. Partendo da questo presupposto, e scegliendo la realtà portoghese come oggetto di rappresentazione, abbiamo ricercato progetti rispondenti a tre istanze:...incarnare quello che Michel Butor ha chiamato "lo spirito del luogo", essere particolarmente significativi nel percorso professionale dei relativi autori… e infine essere basati su un’idea complessa di “incontro” in termini inter-personali, sociali, di comunità, ma anche storici e culturali”, hanno spiegato i curatori della mostra.
I progetti in mostra:
- Casa Candeias, Evora (2008), João Luís Carrilho Da Graça. Regia di Julião Sarmento
Disegnata da João Luís Carrilho da Graça per sua sorella, la casa sorge nella periferia di un piccolo paese vicino Évora. Il progetto riprende la tipologia abitativa tradizionale del Sud portoghese, attraverso discrete facciate di colore bianco ed orientamento passivo, ma la vera prerogativa dell’abitazione sta nel trattamento della luce naturale, nel modo scenografico in cui lo spazio viene svelato, e nella componente emotiva della sua architettura.
- 2 Case a Santa Isabel, Lisbona (2010), Ricardo Bak Gordon. Regia di João Onofre
Realizzate nel quartiere di Campo de Ourique, nascoste da una serie di case della classe media realizzate negli anni Quaranta e Cinquanta del secolo scorso, le due abitazioni sono caratterizzate da una pelle ruvida in cemento armato e si aprono su grandi patio di memoria classica.
- 'Saal-Bouça', Porto (2006), Álvaro Siza Vieira. Regia di Filipa César
Unico progetto di edilizia sociale collettiva in mostra, quello di 'Saal-Bouça' è un intervento sviluppato in due fasi progettuali e costruttive (1973/1978 e 2001/2006), intervallate da tre decenni di storia. La stratificazione dei mutamenti socio-economici e culturali che hanno investito il quartiere è leggibile nella sua architettura.
- Case a Comporta, Grandola (2010), Manuel e Francisco Aires Mateus. Regia di João Salaviza
Situati sulle dune di sabbia di Comporta, nella penisola di Tróia a sud di Lisbona, i quattro volumi residenziali - due di legno, e due in pietra, riprendono la tradizione dell'architettura vernacolare sul litorale portoghese.
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