02/11/2010 – Tre grandi arcate asimmetriche disegnano la facciata della nuova chiesa di San Pio da Pietrelcina ufficialmente inaugurata a Roma il 23 ottobre scorso. Il progetto è firmato dall’architetto Alessandro Anselmi alla guida dello Studio di Architettura Anselmi & Associati, vincitore nel 2005 del concorso bandito dal Vicariato di Roma.
La pianta della chiesa di S. Pio è disegnata da un rettangolo di proporzioni 2x1. Al centro del lato maggiore del rettangolo è posto l’altare.
“La posizione dell’altare – spiega l’autore del progetto – inconsueta nelle chiese a pianta a sviluppo longitudinale come questa, è in armonia con le volontà liturgiche emerse dal Concilio Vaticano Secondo, per le quali l’insieme dei fedeli costituisce una “comunità” e di conseguenza è necessario che essa usufruisca di una forma spaziale idonea per raccogliersi intorno al suo “pastore” senza particolari gerarchie di posizione, cosa impossibile nella tradizionale collocazione dell’altare sul lato corto nelle chiese a pianta longitudinale”.
Sulla parete di fronte all’altare, spostato leggermente verso est, è posizionato l’ingresso. Quest’ultimo è disegnato da tre grandi arcate portanti collegate all’enorme arcata absidale per mezzo della copertura. L’unico corpo che ne risulta è rivestito da un mosaico di piastrelle in ceramica di colore chiaro.
“L’alzato della Chiesa è definito da curve che si disegnano su piani verticali, collocati in corrispondenza dei lati maggiori del rettangolo di base; in particolare, sul fronte sud si disegnano tre curve in continuità ma diverse tra loro, mentre su quello opposto vi è la traccia di un'unica traiettoria curvilinea; la superficie rigata che unisce l’insieme di queste curve costituisce la copertura dell’Aula”.
Le tre curve asimmetriche della facciata ed il grande arco del retro rimandano al “rapporto dialettico tra le categorie fondanti la cultura occidentale dove, fermo restando la categoria dell’Uno, quella filosofica e generica del molteplice si determina in termini cristiani nel Trino”.
“Le piante basilicali e le sezioni tripartite che unificano concettualmente gli schemi longitudinali con quelli centrali – precisano dallo studio Architettura Anselmi & Associati – rappresentano la tradizione alla quale questo progetto fa riferimento. Non è un caso se il segno dove è “scritta“ la natura simbolica del progetto sia proprio la “sezione” intesa come massima rappresentazione della spazialità simbolica del progetto (qui la sezione stessa diviene facciata collegandosi in questo a una aspirazione centenaria e difficilmente riuscita del progetto ecclesiale).
Certamente questa è una interpretazione contemporanea della tripartizione spaziale; qui non vi è simmetria, qui lo spazio fluisce libero nella complessità geometrica essendo tuttavia diretto verso l’unicità della volta che protegge il luogo sacro del presbiterio”.
Dal sagrato affacciato su via Paolo Stoppa si accede direttamente all’aula liturgica. Il complesso ospita anche servizi parrocchiali, i locali per le attività pastorali, la canonica, la sacrestia e il salone polivalente. I locali, tutti contigui, si presentano come due blocchi lineari che delimitano la struttura del complesso a ovest del sagrato. Un lungo portico angolare separa il fabbricato dall’aula liturgica. Chiude il complesso, sul lato posteriore della chiesa, un campanile di 17 metri.
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