20/04/2011 – Tradizione, contemporaneo e green si sposano nei primi progetti ultimati da Norman Foster in Africa. Si tratta delle due filiali della Banque Marocaine du Commerce Exterieur, recentemente inaugurate a Rabat e Casablanca, mentre una terza filiale dell’istituto bancario verrà ultimata a breve in quel di Fez.
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Un involucro tradizionale ma ad alta efficienza energetica - basato su un sistema modulare, che utilizza tecniche costruttive e materiali locali come granito nero e calcare grigio - nasconde degli interni minimalisti e luminosi.
Esternamente l’edificio dispone di un telaio in calcestruzzo, con un colonnato d'ingresso e una serie di campate ripetute su una griglia modulare. Le campate sono dotate di superfici vetrate e pannelli schermanti spessi 200 millimetri, che ombreggiano e celano gli interni della banca. I pannelli schermanti in acciaio inossidabile, ottenuti da una miscela a bassa percentuale di ferro in grado di non surriscaldarsi a causa dell’irraggiamento solare, sono curvati in modo tale da creare un disegno geometrico, che riprende e cita i pattern della tradizione decorativa islamica.
Per raffrescare gli interni è stato sviluppato un sistema electricity-free, battezzato dal team di Foster col nome di “earth tube” ovvero “tubo ipogeo”: attraverso scambiatori geotermici sotterranei dell'acqua fredda circola attorno al perimetro dell’edificio, abbassando e mantenendo costante la temperatura di sale, uffici e aree comuni.
La copertura a cupola dell’edificio è rivestita esternamente con le zellige, le tipiche piastrelle in ceramica della tradizione marocchina, mentre per gli interni è stato prescelto il tadelakt, rivestimento murale a base di calce, lucido e impermeabile, da sempre impiegato in Marocco per realizzare bagni turchi e moschee.
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