15/04/2011 - Nel 1973 Ricardo Bofill trovò un vecchio cementificio in disuso dell’inizio del secolo, composto da più di 30 silos, gallerie sotterranee e gigantesche sale-macchine, e decise di trasformalo nella sede del suo studio professionale, il Ricardo Bofill Taller de Arquitectura.
I lavori di ristrutturazione durarono un paio d’anni. La fabbrica, ormai abbandonata e parzialmente in rovina, era una sommatoria di elementi surreali: scale che non conducevano in alcun luogo, possenti strutture di cemento armato che non sostenevano nulla, elementi in ferro sospesi nel vuoto, “spazi deserti pieni di magia”.
La trasformazione iniziò con la demolizione di parte della vecchia struttura fino a rendere visibili le forme fino ad allora nascoste. Dopo aver definito gli spazi, iniziò il processo di adeguamento di questi alla nuova funzione. Otto silos furono adibiti a uffici, sale riunioni, locali tecnici, laboratorio per la creazione dei plastici, archivi e una zona soprannominata "La Cattedrale" per la sua monumentalità per ospitare mostre, concerti, proiezioni e ogni sorta di evento culturale legato all'attività professionale dell'architetto.
Il difficile compito di creare un intorno vegetale dove prima c'era il cemento era parte integrante del progetto. La nuova “fabbrica” è ora circondata da eucalipti, palme, ulivi e cipressi ed è diventata, nel corso degli anni, una vera oasi verde.
Ricardo Bofillha affermato: “La Fábrica è un luogo magico…mi piace che qui la vita sia perfettamente programmata, ritualizzata, in totale contrasto con la mia turbolenta vita di nomade”.
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