05/04/2011 – Nel progetto della Perforated House KUD - Kavellaris Urban Design ha utilizzato i vincoli del contesto di Brunswick in Australia (orientamento, sostenibilità, controlli di pianificazione urbana e restrizioni dovute agli immobili vincolati) e li ha utilizzati come fattori di sperimentazione architettonica.
Il sito su cui sorge la residenza è situato tra una fila di case a schiera in stile vittoriano e una casa bifronte edoardiana. La progettazione di KUD, che doveva rispondere criticamente alla ricerca sulla tipologia a schiera, si è conclusa con la riproposizione del modello vittoriano solo in facciata e con l’eliminazione degli elementi tipici della casa a schiera in quanto incapace di rispondere alla necessità di esposizione solare. Altri limiti erano quelli di realizzazione del legame tra la zona giorno abitabile e lo spazio esterno privato, nonché la mancanza di luce naturale e ventilazione in casa.
L’edificio costruito è essenzialmente il riempimento di un vuoto urbano molto piccolo di 5.5x14.4 metri. La “perforated house” è la risposta di KUD per stabilire un linguaggio alternativo al canonico atteggiamento culturale verso l’identità urbana e il patrimonio comune mantenendo l'idea e il 'simbolismo' della casa a schiera, ma elevando il gesto a un livello ironico o addirittura satirico per dare il via a un dibattito pubblico.
L'ironia si manifesta più con l'assenza di materia; il simbolo della casa schiera, in questo caso la facciata vittoriana, si manifesta con una riproduzione grafica di una casa a schiera. Non si tratta di una semplice facciata o di una “tela urbana” che renda omaggio al "decorated shed" di Robert Venturi. La facciata viene sperimentata anche internamente ed è un dispositivo multifunzionale che trasforma costantemente il costruito da solido a vuoto, da privato a pubblico, da opaco a trasparente. Di giorno l'edificio è pesante e riflettente e di notte si trasforma in un morbida scatola di luce trasparente.
La parete di chiusura verticale esterna, mobile, o l'assenza di una vera e propria facciata ha permesso di rimuovere l'idea che le case siano statiche. L'uso di pareti mobili, porte, tende e chiusure in vetro consente agli occupanti di cambiare di continuo la propria esperienza residenziale e l'ambiente.
Questa “manipolazione” architettonica dello spazio rende indistinti i confini tra interno ed esterno, tra sfera pubblica e privata.
La pianta inverte la tradizionale distribuzione della schiera con la zona giorno al primo piano e aperta su una terrazza esposta a nord che ridefinisce il cortile "aussie", rafforzandone l’idea con un murales che è al contempo reminiscenza di un'epoca passata e segno del cambiamento demografico del nucleo familiare e della tipologia urbana residenziale.
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