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28/04/2011 – La Casa dell’Architettura di Roma inaugura oggi, 28 aprile, la mostra “Architettare l'Unità”, a cura di Fabio Mangone e Maria Grazia Tampieri.
Al centro dell’esposizione le funzioni simboliche e materiali di 18 opere costruite nella prima fase dell'Unità, accomunate dal loro rappresentare al tempo stesso l’immagine di uno Stato nascente ed il risultato di una tradizione estetica e formale che affonda le sue radici nella cultura classica. Ulteriore proposito della mostra è quello di promuovere un importante e troppo spesso trascurato patrimonio architettonico nazionale quale è quello dell'Ottocento post-unitario.
Documenti d'epoca, antiche fotografie e soprattutto disegni originali provenienti da circa 20 collezioni pubbliche e private italiane, rilievi fotografici attuali, sviluppati ad hoc per l’esposizione, e plastici indagano la storia delle opere in mostra. Parallelamente ciascuna delle architetture al centro dell’esposizione diventa veicolo di riflessione sulla storia delle città italiane: il focus sull’ampliamento di Palazzo Carignano (Torino, 1861-67) permette di sviluppare il tema di Torino Capitale; l’approfondimento sulla nuova facciata del Duomo di Firenze (1861-1887) porta ad analizzare il tema del restauro dei monumenti e l'identità nazionale. La nuova Accademia di Belle Arti, Napoli (1865-84) è utile pretesto per approfondire le "esposizioni artistiche nazionali" mentre il Palazzo dell'Ateneo, Bari (1868-81) apre una finestra sullo "Stile nazionale e il neorinascimento".
E ancora: "il Palazzo del Governo a Perugia (1869-73) è preludio per un approfondimento su "I cicli pittorici della pittura decorativa dei palazzi pubblici" mentre il tema di Firenze Capitale ruota intorno al nuovo Mercato di San Lorenzo a Firenze(1869-74). All'edificio del Ministero delle Finanze (Roma, 1871-76) si collega l'approfondimento sui Ministeri di Roma Capitale e ancora "I palazzi pubblici e lo spazio urbano" si collegano in mostra al Palazzo del Governo a Sassari (1872-78), mentre l'ampio tema dell'architettura ferroviaria trova il fulcro nella Stazione Centrale di Bologna (1873-76).
I decenni post unitari vedono anche la nascita dei Convitti Nazionali qui rappresentati dal Convitto Nazionale di Campobasso (1874-91) e, ancora sul tema dell'istruzione, intorno alle Scuole elementari alla Reggia Carrarese a Padova (1877-80) si evidenziano gli effetti della Legge Coppino. Al Palazzo del Governo a Cuneo (1877-81) si innesta l'analisi delle sedi periferiche del Governo. Un monumento - simbolo, il Vittoriano, qui documentato dal concorso e sino alla costruzione (1881-1911), propone il tema dei concorsi di architettura nella nuova Italia. Architettura e scultura nell'epos celebrativo e la "monumentomania" nell'Italia unitaria si collegano rispettivamente al Monumento ai Caduti di Santa Maria Capua Vetere (1884-1905) e al Monumento a Calatafimi (1885-92). Intorno al Palazzo Comunale di Vergato (Bo) del 1886, si approfondisce il rapporto tra il nascente stile nazionale e le identità regionali, mentre gli edifici museali trovano un esempio importate nel il Museo di Scienze Naturali, Milano (1888-96; 1906-07). infine l'Ampliamento di Montecitorio (1904-11) offre il destro per illustrare le sedi del Parlamento.
Ne emerge un quadro davvero vitale dell'architettura in Italia tra Unità e fine secolo, architettura della quale è esempio non minore la sede stessa della mostra, la Casa dell'Architettura/Acquario Romano in piazza Fanti”, spiegano gli organizzatori della mostra.
La mostra sarà visitabile fino al 25 maggio prossimo e resterà chiusa il 1 maggio.
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