05/05/2011 – Roma: è progettato dallo studio Luciano Cupelloni Architettura il neo inaugurato Centro Culturale “Elsa Morante”.
La struttura è stata realizzata nel merito del piano di riqualificazione del “Laurentino 38”, il quartiere a edilizia sociale da 32.000 abitanti, realizzato dalla GESCAL su disegno di Pietro Barucci tra il 1971 e 1984.
Commissionato dal Comune di Roma, l’intervento, costato 5milioni e 704 mila euro, ha visto la trasformazione di un sito ampio oltre 2 ettari, destinato a parcheggio pubblico e mai utilizzato.
“La dimensione dell’area è stata una risorsa e nello stesso tempo un problema da risolvere per evitare quel “fuori scala” tra uomo e struttura urbana che è uno dei maggiori problemi del quartiere. D’altro canto, la giacitura bassa chiude visuali che solo pochi metri più in alto sono ampie e suggestive. In questo quadro, il progetto opera per piani orizzontali: la quota zero, tutta pedonale e sistemata a verde, ed una seconda quota su esili colonnine in acciaio, costituita da piani netti, appena al di sotto delle chiome dei pini, lambiti da terrapieni verdi”, si legge nella relazione di progetto.
Tra i due livelli che segnano il sito, il team ha inserito le nuove funzioni del Centro: uno spazio multimediale articolato su 3 nuovi padiglioni – rispettivamente ospitanti uno Spazio Informagiovani e un’area ristoro; attività di informazione giovanile, alla formazione culturale ed alle esposizioni; una sala polifunzionale - teatro di 188 posti dotata anche di una cavea - arena all’aperto per 350 persone. La successione lineare dà vita a tre ambiti spaziali principali ovvero: la “piazza d’acqua”, principale accesso dal quartiere, il “boschetto” tra emeroteca e mediateca e la “piazza della multimedialità” tra mediateca e teatro.
“Per un quartiere che programmaticamente non ha un centro, il progetto propone non una impossibile piazza tradizionale ma una serie di “piazze”. Ognuna segnata da grandi tralicci in acciaio a supporto degli impianti fotovoltaici ma anche fuochi di luce e colore come segnali urbani. Il percorso che connette le “piazze” si sfrangia verso la Riserva naturale, simulando il tipico rapporto romano tra città e campagna dove ai filari dei pini si associano i rilevati erbosi delle strade e l’ondulazione del terreno. Semplici collinette verdi variano le visuali costruendo una sequenza di spazi per la sosta e l’incontro. Anche in questo caso, l’intervento utilizza materiali ecologici e fotocatalitici, produce energia tramite sistemi fotovoltaici, accumula le acque meteoriche per l’irrigazione del parco.
Per “riconversione urbana” una spianata d’asfalto diviene un sistema integrato di servizi pregiati, verde pubblico e spazi di relazione in risposta alle istanze degli abitanti”, si legge nella relazione di progetto.
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