27/07/2011 - "Hanno trasformato le montagne in pianure” scriveva, meravigliandosi, un confinato napoletano relegato a vivere alla metà del Settecento a Pantelleria. Uno stupore comprensibile considerato che l’insediamento umano e lo sfruttamento agricolo – misurandosi con pendici vulcaniche, venti impetuosi, clima arido, assenza di fonti d’acqua dolce – hanno dato vita su quest’isola ad un paesaggio rurale senza pari nel Mediterraneo.
Terrazzamenti, muretti in pietra a secco, giardini, dammusi - frutto del genio e delle fatiche di generazioni di agricoltori – fino a venerdì 30 settembre 2011 saranno al centro della mostra “Emozioni di un paesaggio”, curata da Gabriella Giuntoli e da Giuseppe Barbera, che vedrà esposte tra le vigne di Donnafugata a Pantelleria, 40 scatti dell’architetto milanese Renato Bazzoni, illustre difensore del patrimonio artistico e naturalistico italiano e tra i fondatori del FAI – Fondo Ambiente Italiano insieme a Giulia Maria Mozzoni Crespi.
Le fotografie esposte - gentilmente concesse da Carla Bazzoni, moglie di Renato - sono state scelte tra le molte scattate dall’architetto tra la fine degli anni ’60 e i primi anni ’70 durante i suoi sopralluoghi sull’isola, di cui è riuscito abilmente a catturare non solo l’integrità dei paesaggi ma anche la bellezza delle architetture rurali capaci di rendere indimenticabile il viaggio dei visitatori di oggi e di ieri. Immagini di un passato relativamente recente, ma che a confronto con la realtà odierna del luogo aiutano i visitatori a riflettere sui rischi derivanti dal processo di abbandono dell’agricoltura, che a Pantelleria ha visto ridurre a un decimo, rispetto a cinquant’anni fa, l’estensione dei terreni coltivati.
Un tempo si coltivava il cotone e l’orzo, poi gli olivi, i capperi e la vite. Quest’ultima, con lo Zibibbo allevato ad alberello all’interno di piccole conche, continua a regalare frutti di eccellenza. Per le caratteristiche “estreme” dell’isola, richiede però immensi sforzi tanto far parlare oggi di “viticoltura eroica”, una viticoltura che comunque merita di avere i suoi prosecutori, come Donnafugata intende essere attraverso vini porta-bandiera dell’enologia italiana nel mondo.
L’intreccio tra tutela dell’ambiente, produzioni di qualità e sviluppo eco-compatibile, è il leit-motiv della collaborazione stretta tra Donnafugata e il FAI sin dal 2008, quando l’azienda siciliana ha recuperato un “giardino pantesco” tra le proprie vigne e lo ha donato alla Fondazione. Un impegno che la mostra “Emozioni di un paesaggio” rinnova: dalle cantine di Donnafugata, attraversando la vigna di Khamma, si ammirano le foto di Renato Bazzoni collocate en plein air e si giunge infine al Giardino Pantesco, un gioiello di architettura agricola che racchiude un secolare albero di arancio, simbolo della vita, circondato da un muro di pietra, simbolo del grembo materno.
Biografie
Renato Bazzoni (1922-1996), architetto e docente del Politecnico di Milano, è stata una figura centrale nel dibattito urbanistico del secondo dopoguerra; convinto sostenitore della salvaguardia e tutela ambientale, è stato tra i fondatori del FAI - Fondo Ambiente Italiano insieme a Giulia Maria Crespi, Franco Russoli e Alberto Predieri. Del FAI, nella qualità di segretario generale, è stato l’infaticabile animatore per oltre 20 anni. Bazzoni ha documentato la bellezza, anche quella favorita dall’attività umana come nel caso dei paesaggi agrari di Pantelleria, attraverso l’obiettivo della sua macchina fotografica e la sua sensibilità di architetto e appassionato d’arte.
Gabriella Giuntoli, milanese, allieva di Renato Bazzoni, architetto, pantesca d’adozione, ha curato il recupero di molti tra i più bei dammusi dell’isola e ha progettato nuove costruzioni che si integrano armonicamente con il paesaggio, come la cantina di Donnafugata, sita a Pantelleria in contrada Khamma.
Giuseppe Barbera, palermitano, docente di colture arboree alla facoltà di Agraria dell’Università di Palermo, studioso di paesaggi agrari tradizionali del Mediterraneo; autore di ricerche scientifiche e testi divulgativi tra i quali, per Mondadori, Tuttifrutti e Abbracciare gli alberi. Per il FAI ha curato il recupero della giardino della Kolymbetra nella Valle di Templi ad Agrigento e, insieme a Gabriella Giuntoli, il recupero del Giardino Pantesco donato da Donnafugata al FAI.
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