28/11/2011 – 140mila utenti giornalieri, più di 50mila metri quadri di superficie, 20 binari per 400 km di ferrovie interconnesse a formare il più importante nodo di scambio romano, per un investimento complessivo di circa 322 milioni di euro: questi i numeri del progetto della Nuova Stazione Tiburtina di Roma, la cui inaugurazione si è tenuta stamani, alla presenza del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.
Autore del progetto è lo studio ABDR Architetti Associati (capogruppo Paolo Desideri), vincitore dell'apposito concorso internazionale d’architettura, promosso da RFI nel 2002.
Progettata come nodo di scambio intermodale di livello internazionale, nazionale, regionale e metropolitano, l’infrastruttura crea un nuovo collegamento tra due quartieri, Pietralata e Nomentano, storicamente separati dalla ferrovia. La stazione ha infatti la forma di una grande galleria vetrata, lunga 300 metri, sospesa a nove metri di altezza sulla piattaforma dei binari, e ripartita in 8 i volumi per i servizi destinati ai viaggiatori e ai cittadini.
Inaugurato un anno fa, il versante Est (Pietralata), serve i treni delle linee veloci (nazionali e internazionali), nonché il più importante nodo di interscambio - ferro/ferro e ferro/gomma - con la rete di mobilità urbana della Capitale, il piazzale Ovest (Nomentano), sede dei capolinea per i bus urbani e della nuova stazione delle autolinee extraurbane. Inoltre sono in fase di realizzazione alcuni corpi di servizio al nodo ferroviario: quello bruciato dall’incendio dell’estate passata è stato da poco demolito, mentre il volume che lo affianca sarà oggetto di un intervento di ristrutturazione e cladding di facciata.
Il progetto nelle parole dell’architetto Paolo Desideri (ABDR Architetti Associati):
“La nuova Stazione Alta Velocità di Roma Tiburtina è pensata come una grande galleria aerea che assolve contemporaneamente alla funzione di stazione ferroviaria internazionale e di grande Boulevard urbano. Queste due funzioni trovano reciproca compatibilità a partire da un'idea dello spazio interno a grande altezza, e grazie alla completa disponibilità della quota impalcato alle più differenziate esigenze di allestimento. Una galleria totalmente libera da elementi strutturali alla quota +9.00 garantirà una reale flessibilità nell’utilizzazione dello spazio attraverso allestimenti liberi in grado di integrare concretamente, come nei grandi spazi aereoportuali, le aree destinate al commercio e quelle destinate alle sale attesa.
Per questo motivo la progettazione si è subito indirizzata verso soluzioni che eliminassero il più possibile la presenza di elementi strutturali verticali quali i pilastri, preferendo a questi soluzioni “appese” dei solai di nuova realizzazione. L'idea spaziale di un grande contenitore all'interno del quale galleggiano volumetrie sospese risulta inoltre coerente con l’esigenza di ottimizzare sia le campate strutturali dei solai superiori, sia le eventuali criticità derivanti dalle vibrazioni trasmesse alle attuali strutture (fondate in banchina) dal passaggio e dalla fermata dei convogli alta velocità. Il passo strutturale dei cavi di sospensione assicura infatti valori ridottissimi dello spessore dei solai delle volumetrie sospese, e garantisce “per forma” e non “per tecnologia” le condizioni di un’efficace smorzamento delle vibrazioni: come il batacchio di una campana, ogni volumetria sospesa tenderà, per gravità, a smorzare le vibrazioni trasmesse dal contenitore.
Nei grandi volumi sospesi sono state collocate le funzioni specialistiche ( vip lounges, internet-café, ristorante, uffici in affitto, ristoranti, sala controllo elettronico traffico, etc) che usualmente sono posizionate alle quote superiori delle gallerie aereoportuali. Si tratta di otto volumetrie tra di loro separate e sospese che hanno ciascuna accesso diretto dal piano della galleria a quota +9.00, per mezzo di scala mobile e di ascensore.
L'idea di volumetrie liberamente galleggianti all'interno di un contenitore in grado di stabilire interazione climatica con l'ambiente esterno, infine, è coerente con una complessiva impostazione bioclimatica del manufatto. Tutti i sistemi bioclimatici adottati sono improntati a semplicità di gestione e di manutenzione, e non prevedono interventi umani finalizzati. Il grande parallelepipedo vetrato della galleria è il motore di una continua produzione di aria calda che si genera naturalmente per effetto serra. Questa produzione di aria calda è utilizzata direttamente in periodo invernale, mentre in periodo estivo, a partire dalle caratteristiche ascensionali dell’aria calda, è sfruttata come innesco di un ricircolo convettivo che assicura la continua immissione di aria fresca all’interno della galleria. In periodo estivo si è previsto inoltre il contenimento dell’irraggiamento solare attraverso sistemi di protezione diretta (reti, sistemi lamellari, grigliati, etc), che costituiscono l’articolato della grande “facciata orizzontale” della stazione rappresentata dalla sua estesissima copertura”.
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