18/11/2011 - L’Esquilino è il soggetto scelto da Fondazione Catel e Ordine degli Architetti di Roma per l’edizione 2011 del Premio Catel d’Architettura. Un concorso ideato per far emergere progetti di giovani architetti che integrino interventi di recupero e sviluppino principi di sostenibilità ambientale sollecitando la ricerca per la costruzione di un modello di rione della contemporaneità.
Hanno partecipato al premio 79 professionisti divisi in 27 gruppi, dall'Italia e dall'estero, portando idee su come valorizzare i monumenti e i resti archeologici del Rione e costruire degli spazi e percorsi più vivibili.
Gli elaborati sono esposti in una mostra alla Casa dell’Architettura in piazza Manfredo Fanti 47 fino al 29 novembre.
“Dalla competizione sono emersi molti progetti interessanti, tanto che oltre ai tre progetti premiati, la giuria ha deciso di menzionare altri cinque progetti considerati degni di nota. Alcuni lavori in concorso riassumono compiutamente l’intento degli organizzatori: far si che con questa iniziativa l'Esquilino diventi prototipo di processi urbanistici innovativi nel centro storico di Roma, dalla costruzione di piste ciclabili, all'incremento del riciclaggio, all'uso delle energie alternative”, fanno sapere dall’Ordine degli Architetti di Roma.
Il tema proposto dal "Premio di Architettura F.L. Catel" è incentrato sulla riqualificazione e valorizzazione dell'intera area di intervento creando spazi innovativi e percorsi privi di motorizzazione. Nel bando si chiede di ideare percorsi pedonali e ciclabili in sicurezza, che uniscano punti ricreativi di socialità urbana, come aree verdi e piazze, e colleghino i servizi pubblici principali del rione, favorendone l'uso da parte di bambini ed anziani, ponendo attenzione alle aree monumentali e studiando l'immagine complessiva degli spazi pubblici, inserendo elementi di riconoscimento, di identità e di arredo urbano.
Tra le idee sviluppate dagli studi partecipanti: la valorizzazione di via Giolitti con un percorso guidato archeologico dalla stazione Termini a Porta Maggiore. La riqualificazione della “spina” del rione lungo il tragitto che collega la due basiliche S. Maria Maggiore e S. Croce in Gerusalemme. L’intervento lungo i due assi viari che si incentrano su Porta Maggiore, il restauro delle emergenze archeologiche relative alle strutture idrauliche antiche: acquedotti, terme e ninfei, presenti nel territorio, la salvaguardia e l’incremento di piante odorose ed orti.
Sono stati ammessi alla seconda fase 22 gruppi (64 professionisti), 11 gruppi provengono dall’Ordine di Roma, 11 gruppi giungono dagli altri ordini italiani, 1 gruppo concorrente è estero (Lisbona).
Alcuni partecipanti hanno approfondito ancora lo studio del sito proposto, scoprendo per esempio negozi storici e di eccellenza, la possibilità di pensare un percorso gastronomico o una connessione degli spazi verdi, attualmente molto episodici nel rione. Altri gruppi hanno proposto un approfondito studio delle centralità, in relazione al loro più o meno alto livello di accessibilità, e interessanti analisi e valutazioni morfologiche. Altri hanno analizzato puntualmente i percorsi ciclabili esistenti e come questi si potrebbero relazionare con altri, nuovi, previsti per il rione.
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