14/03/2014 - Dal 6 Marzo 2014 la Bardi’s Bowl Chair arriva in esclusiva italiana da Spotti Milano: nello storico showroom in Viale Piave sarà infatti possibile visionare e acquistare uno dei 500 pezzi numerati della seduta prodotta e distribuita da Arper. Durante la serata inaugurale sono intervenuti, oltre al padrone di casa Claudio Spotti, anche Claudio Feltrin, amministratore delegato di Arper che ha presentato il progetto e Noemi Blager, curatrice della mostra “Lina Bo Bardi: Together”.
Anche in questa occasione Studiopepe si occupa dell’allestimento dello spazio e incontra la personalità di Lina Bo Bardi, progettista ancora poco nota al grande pubblico ma indubbiamente affascinante grazie alla sua capacità di fondere i valori del modernismo europeo con la cultura popolare brasiliana. La forza espressiva dei suoi progetti viene reinterpretata attraverso una scenografia fatta di colore e linee curve, le stesse che hanno dato vita al disegno così speciale della Bowl Chair. Un insieme calibrato di elementi semplici che è chiaro rimando all’universo progettuale di Lina Bo e che prende vita grazie all’esuberanza della flora brasiliana, qui resa in tutta la sua vivacità grazie a tocchi decisi di colore. Protagonista assoluta la Bowl Chair nei colori blu, giallo, nocciola, marrone, arancio.
Architettura, design, scenografia, illustrazione, editoria: l’opera dell’architetto italo-brasiliano Lina Bo Bardi spazia in vari campi, fondendosi nella volontà di partecipare attivamente al processo di modernizzazione del Brasile.
La Bardi’s Bowl Chair, progettata nel 1951, appartiene alla prima fase del suo percorso brasiliano, oggi Arper affronta per la prima volta il processo di industrializzazione della seduta, il progetto di Lina Bo Bardi che l’azienda sente più vicino alle sue collezioni. Nella realizzazione Arper ha adottato un approccio in equilibrio tra l’interpretazione del progetto originale e il valore aggiunto dato dalle proprie competenze tecniche. Ogni passo di questo processo è stato condiviso con l’Instituto Lina Bo e P.M. Bardi, per accertare la rispondenza del progetto alle idee originarie di Lina Bo Bardi.
La Bardi’s Bowl entra in produzione: la Reason Why di Arper
“La ricerca dell’essenziale e dell’autentico, la ricchezza di uno stile sobrio e personale, ma anche la capacità di innovare ritornando alla natura e mettendo l’uomo al centro di ogni progetto. É questo che più ci ha avvicinato a Lina quando l’abbiamo incontrata, attraverso i suoi pensieri e le sue opere. Un viaggio in Brasile ci ha permesso di approfondire la sua conoscenza, portandoci all’Instituto Lina Bo e P.M. Bardi, oggi custode e promotore del suo prezioso lavoro.
L’incontro con Lina Bo Bardi è maturato con il sostegno di Arper al progetto “Lina Bo Bardi: Together”. Ma non ci siamo fermati a una semplice operazione di sponsorship. Ci affascinava l’idea di sviluppare un suo progetto mai industrializzato prima: la sedia Bardi’s Bowl. Una forma semisferica, un volume semplice e forte, che si ispira alla natura e che interviene nello spazio con la forza di un archetipo.
Industrializzare oggi la Bardi’s Bowl Chair è stata una sfida che ha entusiasmato tutti in Arper. Abbiamo messo in gioco tutta la nostra sensibilità per interpretare il progetto originale e tutte le nostre competenze tecniche per svilupparlo. Il nostro partner in questo processo è stato l’Instituto, che ha svolto il ruolo attivo di portavoce del pensiero di Lina e con il quale abbiamo dialogato come facciamo con tutti i nostri designer.
Oggi la Bardi’s Bowl Chair viene prodotta in una serie limitata e numerata, che resterà fuori catalogo. Una parte del ricavato delle vendite sarà donato all’Instituto, a sostegno della sua attività. Con questo progetto cresce l’interesse e l’impegno di Arper in esperienze vicine al suo modo di essere: aperto, curioso e sensibile alla cultura del progetto.” dice Claudio Feltrin, AD Arper.
Nel 1951 Lina Bo Bardi sviluppò il progetto della Bowl Chair, mentre portava a termine i lavori della sua residenza a San Paolo, la ‘Casa di Vetro’. Poco dopo, nel 1953, la poltrona attrasse l’attenzione internazionale e la rivista americana Interiors pubblicò l’articolo “Bowls, Baskets and Bags”, mettendo in risalto la Bardi’s Bowl tra poltrone di Eero Saarinen, Irena Schawinsky e Roberto Mango. Con la sua morte nel 1992, i diritti d’autore furono trasferiti all’Istituto Lina Bo e P.M. Bardi. Grazie alla sua collaborazione Arper ha avviato questo progetto, attraverso un accurato lavoro di interpretazione, che ha colto la sfida di rispettare fedelmente i disegni originali dell’architetto, pur adeguando la seduta alle potenzialità offerte dalle attuali condizioni di produzione industriale. Un lavoro analogo – per cura ed attenzione riservate ad ogni singolo
dettaglio – al rigore di Lina nei suoi interventi sugli edifici storici.
Lina Bo Bardi ha pensato la Bowl Chair come un oggetto dalla struttura e dalla forma essenziali e universali, accessibile e flessibile, capace di integrarsi armoniosamente in qualunque ambiente. La seduta può essere orientata in diverse posizioni ed essere utilizzata per svolgere molteplici funzioni. Questo nuovo approccio al progetto, in cui l’elemento fondamentale è l’interazione dell’uomo con l’oggetto, è rivoluzionario per gli anni ’50. La Bardi’s Bowl reinventa il modo di stare seduti, favorendo posture naturali e rilassate e testimonia un cambiamento culturale in atto, che si traduce in un nuovo modo di comportarsi e vivere più informale e ricettivo, più orientato all’essere che all’apparire. E’ una seduta semisferica appoggiata su una struttura metallica ad anello, sostenuta da quattro gambe. La semplicità delle forme della Bowl Chair ricorda l’amore di Lina Bo Bardi per le forme semplici, funzionali, organiche: valore, che Arper ha condiviso appieno. Il completamento del progetto ha dato vita ad una vera collezione: oltre alla versione in pelle nera, sono state realizzate sette varianti colore in tessuto, ciascuna abbinabile a tre coppie di cuscini a scelta tra monocromatici nel medesimo colore della poltrona, in due nuances o decorati con grafiche ispirate ai disegni originali di Lina Bo Bardi, questi ultimi nati dalla collaborazione di Arper con Dani Moura, designer e stylist di New York.
Per promuovere la conoscenza di Lina Bo Bardi e delle sue opere, Arper ha inoltre lavorato fianco a fianco con la designer canadese Ginette Caron nella creazione di quello che è stato chiamato “Il mondo di Lina”. Un “cassetto dei ricordi” che ha la forma di un carrettino e racchiude numerosi oggetti, disegni, immagini che richiamano momenti significativi della vita di Lina, delle sue opere e dei suoi valori.
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