08/09/2016 - Appena completato il nuovo quartier generale della Bnl Gruppo Bnp Paribas, firmato dallo studio 5+1AA Alfonso Femia Gianluca Peluffo. Il progetto si inserisce in un contesto unico, definito da una stratificazione di infrastrutture che da elemento di separazione tra due significative aree urbane di Roma, ha acquisito il ruolo di 'luogo urbano'.
L'edificio dialoga con l’attiguo complesso della Stazione Tiburtina attraverso una serie di rimandi prospettici e una serie di ruoli che ne diversificano, di volta in volta, la percezione delle geometrie. La nuova architettura è stata concepita, pertanto, secondo il principio del “Giano Bifronte”.
Alfonso Femia e Gianluca Peluffo hanno proposto "un edificio in grado di relazionarsi in maniera differente a nord-ovest con il quartiere Pietralata e a sud-est con il complesso della Stazione Tiburtina. Ora dinamico, riflettente e dissolvente laddove la sua percezione è prevalentemente dinamica e differente metro dopo metro (dai treni, dalla stazione, dai differenti luoghi urbani), quasi come se fosse in movimento, ora statico, trasparente e materico laddove il contesto è urbano, “lento”, esposto a nord.
L’edificio assume pertanto diversi ruoli rimandando il nostro immaginario a importanti lavori di artisti e cineasti contemporanei che si sono confrontati sul tema della percezione e del “riflesso” del reale" affermano gli architetti.
Il progetto è stato concepito sulla base di tre diverse visioni dell'architettura, ossia come Dispositivo Percettivo, come Corpo e come Materia.
Per architettura come dispositivo percettivo s'intende quella relazione che l'edificio stabilisce laddove orienta lo sguardo, in particolare, nella direzione del parco ferroviario e dell’orizzonte sul centro di Roma, e del quartiere di Pietralata. A tal proposito spiegano gli architetti: "Il rapporto di percezione è a sua volta un rapporto che il progetto trasferisce dall’esterno all’interno, creando una successione di spazi ora dilatati ora compressi, che via via ci accompagnano costruendo una spina dorsale sia verticale che orizzontale intorno a tutte le aree “produttive”, ovvero quelle destinate agli uffici, capace di volta in volta di farci scoprire nuove “prospettive” ed un nuovo contesto".
L'architettura come corpo fa riferimento ai tratti fisici della struttura, dalla disposizione planimetrica all'organizzazione delle sue funzioni, fino alla creazione di uno 'spartito compositivo' che genera stupore per le sue 'metamorfosi' che variano in funzione delle stagioni e della luce solare.
L'architettura come materia allude alla preziosità del nuovo edificio e alla sua capacità di definire di trasparenze, opacità, specchiature e semitrasparenze con il suo intorno, annullando, talvolta, la percezione dei suoi confini fisici.
"Pareti vetrate si alternano, a porzioni opache verticali, alla ceramica diamantata che riflette la luce nelle tonalità dell’argento, mai uguale a se stessa".
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