03/11/2017 - Allestita ai Tolentini nella Galleria del Rettorato, fino al prossimo 13 dicembre 2017, la mostra Aldo Rossi e la cornice veneziana attesta il profondo e ambiguo legame tra l’architetto milanese e questa città dove ha trascorso gran parte della sua vita come assistente universitario, professore, direttore della Biennale, architetto.
In mostra i progetti, realizzati o pensati per Venezia, architetture in alcuni casi destinate a durare poco più di una stagione, difficilmente classificabili, architetture effimere sono esposte nei disegni originali appesi alle pareti della Galleria del rettorato: allestimenti per la Biennale di Venezia, Cannaregio ovest, Giudecca, Sacca Fisola, Festa della Sensa, il Palazzo del Cinema al Lido, il Teatro la Fenice, insieme ai relativi modelli.
Frammenti e parti degli edifici costruiti si rispecchiano nelle trenta foto di Luigi Ghirri, il fotografo che meglio d’altri ha saputo catturare attraverso il suo sguardo le opere di Aldo Rossi e ha trovato un modo nuovo di raccontare l’architettura.
Materiali fotografici, scritti, riflessioni, lezioni, libri, dispense, pubblicazioni, che testimoniano di una lunga attività, sviluppata in tempi diversi, che affonda le sue radici a Venezia, nel territorio veneto e nell’eredità palladiana, ma che si è poi diffusa nel mondo, cambiando per sempre il modo di pensare e fare l’architettura. Una nota a parte va alla rassegna dei quaderni azzurri, una strana sorta di diario, dove note, citazioni, segni di un viaggio, di un ricordo, di un oggetto da museo rimandano sì al vissuto personale dell’autore, ma contemporaneamente al vissuto di molte altre persone.
Venezia, come tutte le grandi città o come le capitali non poteva essere vista con preoccupazioni municipalistiche, non poteva che porre agli architetti dei problemi generali. A. Rossi, III Mostra Internazionale di Architettura della Biennale di Venezia, 1985 L’omaggio dello Iuav ad Aldo Rossi parte soprattutto dalla considerazione che le sue lezioni, il suo insegnamento, le sue riflessioni non si sono arenate dentro la rassicurante cornice della scuola e della città lagunare ma, come è per tutta la sua opera, da qui sono rimbalzati in tutto il mondo, aprendo a possibilità e interpretazioni originali su tematiche estremamente attuali della città contemporanea.
L’universo veneziano, come altri universi urbani a lui cari, è diventato nelle mani di Aldo Rossi linfa vitale per riflettere su questioni irrisolte e di grande importanza non solo per Venezia e il suo territorio, ma per tutte le città in divenire. La mostra tesse un sottile legame con un’altra mostra “Aldo Rossi. Il gran Teatro dell’Architettura” che si svolge in contemporanea presso il Politecnico di Milano, unendo le due città, Milano e Venezia in un solo omaggio al grande architetto.
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