11/04/2008 - Le linee guida del masterplan sviluppato per l’Expo 2015 di Milano portano la firma di 5+1AA_Alfonso Femia Gianluca Peluffo. I progettisti dello studio genovese hanno lavorato, insieme al Comune di Milano, alla configurazione finale del masterplan destinato a trasformare l’area Fiorenza-Triulza in vista dell’esposizione internazionale di cui il capoluogo lombardo sarà nel 2015 teatro di rappresentazione.
L’area oggetto di trasformazione, che si prevede ospiterà per l’Expo 29 milioni di visitatori, diventerà successivamente un quartiere residenziale, direzionale e culturale con i propri servizi, dove si potrà lavorare, abitare ed essere facilmente connessi al sistema urbano europeo.
Simbolo del nuovo quartiere sarà una “torre tridimensionale” di 200 metri di altezza, dotata di due “bracci laterali” che accoglieranno sale per eventi, seminari, attività culturali e negozi.
“Il percorso che ha portato alla definizione del masterplan – spiegano Alfonso Femia e Gianluca Peluffo di 5+1AA – è partito dal considerare l’area Fiorenza-Triulza non come porzione perimetrata ma come “tassello generatore”, in connessione a città e territorio.
In un contesto come quello del nord-ovest milanese, è per noi impossibile prescindere da una visione d’insieme che consideri l’area di progetto come opportunità, stimolo e risorsa per lo sviluppo e il cambiamento di un’intera città. Diventa dunque fondamentale immaginare come tutti i suoli, liberi o costruiti, possano cambiare destinazione d’uso o rafforzare la propria identità al fine di creare urbanità e paesaggio”.
L’area occupa il margine nord-ovest della città, in prossimità del polo fieristico di Rho Pero.
L’ambito colma un “vuoto territoriale” residuale, intercluso tra il margine propriamente urbano e i centri abitati appartenenti all’area metropolitana milanese in un contesto fortemente caratterizzato dalla frammentazione imposta dalle infrastrutture che interrompono la continuità dei suoli.
L’area si inserirà all’interno del sistema di trasformazioni dell’intero cuneo nord-ovest come tassello importante per la ricucitura e la connessione di aree frammentate.
L’acqua e il verde sono gli elementi utilizzati per la ricucitura e il disegno dell’area.
Una filiera d’acqua si integra con il reticolo idrogeologico naturale esistente disegnando e strutturando le foglie del parco.
Il parco si inserisce all’interno del filamento verde (alla scala vasta) che dalla parte terminale del parco agricolo sud si riconnette alla linea di micro-parchi allineati sulla radiale del Sempione ricostruendo un sistema energetico ambientale e ludico ricreativo che ammortizzi l’impatto delle infrastrutture già esistenti.
La torre – spiegano gli autori del progetto – si sovrappone al progetto del suolo come “elemento ordinatore spaziale”, sul piano verticale come “faro” a scala territoriale, sul piano orizzontale come limite a scala urbana, principio generatore del sistema delle tre piazze d’acqua, uniche porzioni perimetrate di suolo artificiale all’interno del parco”.
La struttura, già oggetto di polemiche, è stata giudicata positivamente dall’architetto Massimiliano Fuksas, il quale ha ritenuto un’ottima idea inserire in una architettura tutta orizzontale un elemento così alto e importante.
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