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Techint vince il concorso per il Policlinico di Milano
Corretto inserimento ambientale e continuità con la tradizione
Autore: cecilia di marzo
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06/02/2008 – Techint Compagnia Tecnica Internazionale S.p.A., guidata dall’arch. Luigi Colombo, ha vinto il concorso Concorso Internazionale di Architettura per la “Riqualificazione dell'area Ospedale Maggiore Policlinico, Mangiagalli e Regina Elena di Milano - Forme molteplici dei luoghi della salute” .

Secondo la Commissione Giudicatrice “Il progetto è quello che ha coniugato meglio la necessità di riordino dell’area di intervento con quella di riorganizzazione dell’attività sanitaria, ponendo particolare attenzione ai flussi dell’utenza, alle diverse tipologie di accesso all’ospedale e alle connessioni e comunicazioni tra i vari edifici che compongono il Policlinico” .
La Commissione ha considerato “valida la proposta progettuale in quanto coniuga in modo esemplare la necessità di un corretto inserimento ambientale e di ricomposizione morfologica del sito. Inoltre la scelta architettonica e compositiva esprime continuità con la tradizione di edifici civili di formale valenza e significato espressivo” .
Inoltre “l’idea progettuale, espressa attraverso un linguaggio architettonico idoneo, è apparsa la più sostenibile in rapporto alla morfologia e alla struttura dell’opera, alla funzionalità e flessibilità di utilizzo e alla semplicità di manutenzione. La configurazione degli spazi aperti e l’attenzione ai sistemi ambientali appare sicuramente concreta e di significativa valenza espressiva. Sotto il profilo dei principi igienico-sanitari risulta rispondente alle più moderne tecnologie, garantendo negli ambiti ad alta intensità di cura ottimi livelli prestazionali. Il progetto è risultato molto attento alla tematica ambientale e a quella relativa al risparmio energetico, per la quale vengono offerte soluzioni convincenti e innovative” .

Il progetto di riammodernamento e sistemazione proposto da Techint realizza una nuova struttura complessiva che raccoglie e integra le funzioni di ricerca, assistenza, diagnosi e cura e didattica attraverso demolizioni, nuove edificazioni, ristrutturazioni e nuovi percorsi e collegamenti fisici e informatici in coerenza con quanto richiesto dalla Fondazione e secondo i più moderni indirizzi che improntano l’evoluzione degli ospedali per aderire alle esigenze di oggi e ancor più per predisporsi alle necessità future, derivanti dai cambiamenti epocali delle conoscenze in campo biomedico e tecnologico e del contesto epidemiologico e sociale.
Si realizzerà quindi un “luogo della salute” per il futuro, innovativo e di eccellenza, e il progetto del nuovo Ospedale Maggiore farà da ponte fra un passato denso di importanti significati, un presente composito e articolato e una prospettiva di forte sviluppo delle funzioni scientifiche, sanitarie e didattiche, per essere all’avanguardia e di propulsione nell’evoluzione di nuovi e più moderni modelli di ospedale […].
Il progetto proposto cerca di mettere in relazione i due principali caratteri morfologici presenti nell’area: lo spazio aperto collettivo e permeabile della città dei padiglioni, e la natura introversa e autonoma della città dei “grandi oggetti” esterni al recinto.
Entrambi questi caratteri hanno visto nella porzione urbana considerata diverse evoluzioni, si sono adattati al differente ruolo che questo pezzo di città ha assunto nel tempo rispetto a Milano. Lo scenario entro il quale si è svolta questa riflessione è però quello posto dalla domanda di concorso: come costruire due nuovi edifici ospedalieri all’interno del recinto dell’Ospedale Maggiore? E come farlo riattivando un sistema efficace di relazioni e di scambi tra le nuove strutture e i padiglioni che rimarranno?
Il progetto proposto interviene nel delicato sistema attuale costituito da un recinto e da numerosi singoli padiglioni introducendo una diversa logica di intervento che si basa su tre principali caratteristiche. Innanzitutto, il nuovo edificio ospedaliero è un edificio integrato, che mette a sistema in primo luogo i due poli sanitari richiesti dal bando (il Polo Medico e il Polo Materno Infantile). I due poli condividono alcuni servizi non sanitari, le sale operatorie e i servizi per la diagnostica. Entrambi avranno poi – rispettivamente nei corpi in linea posti a N e a S – i principali servizi specifici quali i nuclei di degenza, i servizi per l’emergenza, le terapie intensive. I due ospedali hanno in comune alcune infrastrutture ma manifestano anche una identità propria.
Il nuovo intervento mette in rete i propri servizi sanitari e non sanitari all’insieme dei restanti padiglioni. Questa interconnessione è, in secondo luogo, un’altra caratteristica saliente dell’intervento proposto. L’edificio del Polo Medico e del Polo Materno Infantile (Central Building) si misura con la restante parte dei padiglioni interni al recinto connettendoli attraverso un percorso alla quota + 2. Il percorso, accessibile da addetti e pazienti, mette in comunicazione Guardia, Granelli e Monteggia e tutti questi con la nuova struttura. Il percorso, correndo a quota +2 e concludendosi in un nuovo edificio di servizio adiacente al padiglione Sacco (Porta Sforza), esemplifica nello spazio abitato e attraversato da cittadini, addetti e pazienti, questa nuova interconnessione diretta e, la rende manifesta e rappresentativa di una forma di adattamento del tessuto dei padiglioni a nuove esigenze cliniche e sanitarie.

In terzo luogo, la costruzione del nuovo complesso ospedaliero, valorizza la valenza pubblica del recinto del policlinico come luogo urbano attraversabile, caratterizzato da funzioni urbane di servizio (commerciali, terziarie) aumentando la permeabilità dello spazio pubblico esterno e ponendo una particolare attenzione alla continuità degli spazi verdi, alla loro prossimità ai luoghi di cura interni alle strutture sanitarie e ai luoghi di sosta e di attesa nello spazio aperto all’interno del perimetro. Ognuno dei grandi edifici che, nel tempo, ha caratterizzato questa parte di città, ha sempre accompagnato all’idea della “grande dimensione”, la costruzione di uno spazio aperto che, con il variare delle funzioni ospitate, ha assunto, di volta in volta, il carattere di uno spazio privato, semipubblico, pubblico, collettivo. Il nuovo Central Building, si organizza anch’esso attorno a un grande spazio verde. La piattaforma di collegamento tra i due corpi N e S sostiene alla quota del livello delle coperture un insieme di giardini distribuiti su una superficie verde e accessibile. Le camere dell’ospedale si affacciano sul verde. I due poli condividono, tra l’altro, un grande giardino che riveste la piattaforma dei servizi condivisi e copre la galleria che, a piano terra, distribuisce gli accessi agli ospedali, le strutture di servizio e quelle commerciali, le uscite dai parcheggi sotterranei. Il giardino e la galleria sono, a quote diverse, l’interfaccia del nuovo intervento rispetto allo spazio pubblico e collettivo, il contributo del Central building all’articolazione della rete dei giardini esistenti (e potenziali) e la rete degli spazi pubblici e di servizio.



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