30/10/2024 - Grafiche optical, colori a contrasto, forme pop e sinuose: i Seventies sono di nuovo tra noi, tra icone del design di nuovo in auge e arredi d'ispirazione anni '70.
Uno decennio unico fatto di eccessi e sperimentazioni, in bilico tra decadenza, atmosfere hippy e futurismo High-tech. Ma come nascono le icone che hanno segnato gli anni Settanta?
Partendo dal Radical Design fino agli imbottiti modulari e le lampade futuristiche più celebri, in questo articolo scopriremo e ri-scopriremo gli arredi e gli oggetti più iconici e come questi hanno influenzato i designer contemporanei.
Il design anni '70
Gli anni Settanta rappresentano un decennio di rottura con i canoni estetici del passato, un ponte tra il Razionalismo della prima metà del Novecento, l'estetica futurista degli anni '60 e il glamour dei club anni '80. Il design è il manifesto di un'epoca che celebra l'individualità e la libertà espressiva, tra utopie visionarie e nuove prospettive sul design e l'architettura.
Di qui l'esplorazione audace di forme organiche, ispirate alla natura e alle avanguardie artistiche. L'uso di nuovi materiali come la plastica e il poliuretano permette di realizzare oggetti dalle linee sinuose e morbide, in netto contrasto con la rigidità geometrica del Razionalismo. La palette cromatica si arricchisce di tonalità accese e vibranti ispirate alla cultura pop e al mondo della natura, combinate in pattern geometrici eclettici e dinamici.
Il Radical Design
Il clima di contestazione del '68 spinse giovani architetti e designer a mettere in discussione i valori del consumismo e a cercare nuove forme di espressione: nasce il Radical Design. Questo nuovo movimento si proponeva come una provocazione, un modo per scardinare gli schemi tradizionali del Razionalismo. I designer radicali creano oggetti ironici, spesso inutili o funzionali solo in parte, per stimolare la riflessione e il dibattito.
A cavallo tra gli anni '60 e '70 nascono alcuni degli arredi più celebri del Radical Design, come i progetti di Ettore Sottsass per Poltronova, la collezione Quaderna di Zanotta e le icone Gufram.
Forse è il più significativo dei progetti Poltronova disegnati da Ettore Sottsass, lo vediamo in tutti i set fotografici e le case più eclettiche: è lo specchio-lampada Ultrafragola disegnato nel 1970. Una presenza scenica e sinuosa, evocativa di una chioma femminile ondulata, emana una morbida luce che si propaga per tutto il bordo dello specchio.
Da un rigido reticolo quadrettato prende forma la serie Quaderna di Zanotta. Disegnata nel 1972 dal collettivo di architetti fiorentini Superstudio, la serie di mobili nasce dal concetto di "Superficie Neutra", un'utopia progettuale che prevedeva la creazione di un ambiente completamente neutro composto da moduli elementari e ripetitivi combinati in infinite configurazioni.
Così Radical da diventare Pop: gli arredi Gufram in poliuretano espanso colorato rappresentavano una vera e propria provocazione, rompendo gli schemi del design tradizionale e invitando il pubblico a un'interpretazione più leggera e giocosa dell'arredamento. Il divano Bocca e l'appendiabiti Cactus portano il brand al culmine della sua popolarità, diventando oggetti di culto desiderati ancora oggi.
Divani e poltrone anni '70: relax e modularità
Un nuovo modo di vivere gli spazi domestici, più informale e rilassato, porta alla nascita di divani componibili e trasformabili dalle forme accoglienti, che creano isole di relax dedicate alla condivisione.
Come racconta Mario Bellini, autore del divano Camaleonda, "alla soglia degli anni ’70 gli arredi domestici imbottiti ancora stagnavano per lo più tra stanche varianti delle tipologie storiche ed elitarie fughe in avanti radicalprovocatorie, che – sebben stimolanti – risultavano difficilmente capaci di rimettere in discussione il rapporto tra l’evoluzione dei nuovi comportamenti nello spazio domestico e le tipologie di arredi allora disponibili sul mercato". Da questa premessa nasce il divano best seller B&B Italia disegnato nel 1970 e rieditato nel 2020, un sistema modulare dalle forme generose, da configurare in infinite composizioni.
Il principio della modularità è anche alla base del divano DS-600 del brand svizzero De Sede: disegnato nel 1972 da Ueli Berger, Eleonore Peduzzi Riva, Heinz Ulrich e Klaus Vogt, il divano parte da un unico modulo a L rivestito in pelle che si ripete all'infinito, per creare scenografici Snake a centro stanza. Il sistema costruttivo ha ispirato decine di progetti contemporanei, segno della sua assoluta modernità.
Non è modulare, ma può modificare la sua forma tramite un semplice meccanismo interno realizzato con la catena della bicicletta: è il divano Maralunga, icona del design disegnata nel 1973 da Vico Magistretti per Cassina. É la nascita del divano trasformabile: bracciolo e schienale si ripiegano su loro stessi, dando vita a due diverse posizioni e modalità d'uso.
Nuove interpretazioni per il tubolare d'acciaio
Il tema della seduta in tubolare d'acciaio assume una nuova valenza estetica e formale attraverso audaci curvature e l'abbinamento con materiali sperimentali come la pelliccia e il tessuto elasticizzato.
Nella poltroncina Due Più di Nanda Vigo del 1971, una struttura metallica rigorosa e minimale accoglie due eccentrici rulli rivestiti in pelliccia. Sorprendente ed enigmatica, è parte della collezione Remasters di Acerbis.
Disegnata nel 1971 da Gianni Pareschi per Busnelli, la poltroncina Fiocco è un segno aerodinamico che si snoda nello spazio, in una combinazione di essenzialità, originalità e tecnologia. L’anima di Fiocco è costituita da una struttura in tubolare metallico curvato rivestita da una calza in tessuto bielastico.
Disegnate nel 1970 da Gianfranco Frattini e rieditate da Tacchini, le sedute Sesann sono avvolte da una struttura in tubolare d'acciaio, un’architettura che trattiene l'imbottitura dalle forme generose. L'effetto è esaltato dal rivestimento arricciato in pelle o tessuto.
Lampade futuriste: la luce negli anni '70
Nel settore dell'illuminazione la sperimentazione sui materiali - fra tutti metallo e pvc - abbraccia un design dallo slancio futurista, in cui la figura del cerchio prende forma in volumi architettonici e sinuosi.
Un disco in PMMA opalino sembra essere sospeso tra spazio e luce: la lampada Frisbi del 1978 è una delle tante icone Flos disegnate da Achille Castiglioni durante la loro proficua collaborazione.
La lampada Boalum disegnata per Artemide da Gianfranco Frattini e Livio Castiglioni nel 1970 è "un serpente di luce infinita" - come la definisce Domus - realizzata con una struttura flessibile in PVC e resina che si attorciglia su se stessa creando nuovi giochi di luce.
Icona indiscussa è la lampada Atollo di Oluce disegnata da Magistretti nel 1977: la forma è riconducibile a 3 figure geometriche pure - cilindro, cono e semisfera - che creano decisi giochi di luci e ombre.
Un'interpretazione più fluida del diffusore a semisfera lo ritroviamo nella lampada Panthella, disegnata nel 1971 dal visionario designer danese Verner Panton per Louis Poulsen, in cui la struttura dalle forme curve riflette delicatamente la luce.
Seventies in chiave contemporanea
Oggi, l'eredità degli anni Settanta continua a esercitare il suo fascino irresistibile. Designer e brand propongono arredi d'ispirazione anni '70 che reinterpretano in chiave moderna le icone del design: divani modulari e arredi scultorei, tessuti e wallpaper dalle fantasie optical. Il design seventies è tornato alla ribalta, contaminando anche le case più minimal e contemporanee.
Dalle sperimentazioni luminose di Nanda Vigo alle atmosfere glamour dei primi club fino agli interni milanesi firmati dai grandi maestri dell'architettura, l'universo creativo di Studiopepe attinge da questo decennio per dare vita ad arredi e lampade dal gusto retrò e dall'estetica contemporanea, come la collezione di lampade in metallo Stick di Contardi, le poltroncine Pastilles di Tacchini e gli arredi outdoor Periscopio di Exteta.
Su come gli anni '70 abbiano influenzato il mondo degli imbottiti potremmo scrivere un intero articolo. Partendo dalla collezione 2024 di Minotti disegnata da Hennes Peer e Giampiero Tagliaferri, alle sedute Baxter firmate Draga&Aurel, fino al sistema Gala di Saba Italia disegnato da Cristina Celestino, lo spirito Seventies rivive attraverso numerose interpretazioni dall'estetica retro-future. Sedute basse, accoglienti e modulari giocano con le finiture dai colori caldi, tra morbida pelle, tessuto bouclé e dettagli in legno dalle forme curve.
Oltre agli arredi, il mondo delle finiture riprende l'estetica anni '70 per dare vita a tessuti e carte da parati, tra colori a contrasto, forme curve e grafiche optical.
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