08/02/2019 - Lungo vico Conche, nel Sasso Caveoso a Matera, si aprono gli ingressi alle grotte, un tempo botteghe dove si conciavano le pelli degli animali. Delle antiche concerie fuori la città murata non c’è più traccia, resta la memoria nel toponimo: Conche. Le facciate costruite celano la natura scavata degli interni, spazi organici plasmati nei secoli dal genio dei suoi fruitori serbi, croati ed albanesi giunti a Matera intorno al 1425, dopo l'invasione dei turchi nelle loro terre.
L'architetto Domenico Fiore, con il progetto del Conche Luxury Rooms, reinterpreta in chiave contemporanea l’habitat in grotta: non più una vergogna, ma un’esperienza densa di suggestioni.
Lo spazio comune è flessibile, si trasforma, come i mille usi passati: da reception a sala colazioni, da cinema a sala espositiva. Gli arredi ruotano, mutano conformandosi alle destinazione prescelta. Nelle quattro camere il lusso è essenzialità e semplicità; ricordi ed echi dal passato rivivono attraverso pochi elementi naturali: il lino, il legno, il ferro.
“Rupestre contemporaneo” è la chiave di lettura che anima il percorso di recupero degli ambienti: dai materiali e le tecniche tradizionali utilizzate, dedotte dal Manuale del recupero dei Sassi di Matera, agli arredi, parte di recupero parte di design. La personalità del cotto antico fatto a mano sottolinea in tutti gli ambienti il legame con la tradizione locale che si mescola a volte con i colori delle formelle maiolicate di gusto napoletano. Contaminazioni, frammenti di culture e di sapere.
Rupestre contemporaneo è anche il luogo dei contrappunti: linee di luce led come raggi di sole nell’oscurità delle grotte generano nuove percezioni spaziali, mentre le superfici sinuose scavate denunciano senza mediazioni la materia di cui sono fatte: il tufo.
Riponendo le luci fioche dei lumi dinnanzi agli ingressi, Conche luxury rooms, nella sua originale interpretazione di accoglienza, offre ai suoi ospiti la suggestiva partecipazione all’antico spettacolo narrato nel 1550 da Leandro Alberti nella sua “Descrittione di tutta Italia”:
“Ritrovasi una bella valle ove posta la città di Matera. Giace una parte di essa in due profonde valli e la terza parte sopra gli altri luoghi che signoreggiano all’antidette Valli. Il che da occasione agli habitatori del luogo di far parere una bella simiglianza del Cielo sereno di chiare et spendenti stelle ornato. Così ordinando tanto spettacolo, secondo che piace alli maggiori della Città, comanda il banditore che ciascuna famiglia di quelle delle Valli, tramontato il sole, incontinente dimostrino il lume davanti le loro case, dato il segno consueto. Onde così eseguito, pare a quelli che sono nella terza parte de la Città sopra il colle, di vedere sotto ai suoi piedi il cielo pieno di vaghe stelle distinte in diverse figure…In vero egli è questo un curioso spettacolo da vedere, et anco udirlo narrare.”
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