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MOSTRA |
ARCHITETTURA
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GOOD N.E.W.S. - Temi e percorsi dell'Architettura |
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Mostra nell'ambito della Festa per l'Architettura |
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MILANO, dal 16/05/2006 al 20/08/2006
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La Triennale di Milano, nell’ambito della Festa per l’Architettura – III Edizione, presenta la mostra Good N.E.W.S. Temi e percorsi dell’architettura, a cura di Fulvio Irace e Italo Rota con Fausto Colombo e Luciano Patetta.
Come suggerisce il titolo - acronimo dei quattro assi di orientamento della cartografia tradizionale (North, South, East, West) - la mostra intende proporre al grande pubblico una serie di temi che da sempre appartengono alla storia di quest’arte nella costruzione dell’ambiente umano: che cos’è l’architettura? Quali sono le sue origini? Come essa si è rappresentata e si rappresenta nelle varie società? Cosa vuol dire fondare una città, costruire una casa, pensare un monumento?
Di questi temi oggi molto si parla, ma indirettamente: deformati dalla prospettiva mediatica, i temi fondamentali della costruzione sono diventati oggetto di una disputa sui linguaggi, sulla volontà spettacolare degli architetti, sul loro modo di rapportarsi al pubblico e al committente in una visione a volte quasi caricaturale del loro ruolo.
La mostra vuole rivolgersi al pubblico in generale e non solo ai conoscitori dell’architettura: il suo linguaggio quindi è volutamente forte e di grande impatto emotivo. Userà dunque il linguaggio delle immagini, ma in un modo che farà percepire la profondità che si cela dietro la superficie bidimensionale dell’immagine stessa: proponendo, ad esempio, accostamenti di immagini tra loro apparentemente lontane, in maniera da far emergere interrogativi e questioni sopite mediante una lettura incrociata e ravvicinata.
L’insieme di queste immagini (circa mille, ordinate per temi secondo le stanze della Galleria della Triennale) configura una sorta di grandioso Atlante della memoria: un muro non mediatico ma immaginifico, dove ogni figura – ridisegnata appositamente da gruppi di giovani laureati della Facoltà di Design di Milano – diventa un’icona o, se si vuole, letteralmente un “manifesto” della mostra stessa.
L’Atlante è una “fodera” bidimensionale che accompagna il visitatore nel suo percorso ininterrottamente lungo tutte le pareti della Galleria: su di essa alcune frasi, alcuni motti, citazioni di testi e grandi titoli suggeriranno possibili modi lettura. Una serie di domande formulate da Philippe Daverio stimoleranno il visitatore a cercare una propria risposta.
Al centro di ciascuna stanza, ogni tema viene presentato attraverso un’ambientazione che è una vera e propria architettura da camera: una Wunderkammer in legno, uno studiolo in plastica, una casa-tenda in acciaio, una torre d’alluminio, una leggera scatola di specchi, un tumulo di sassi artificiali, una gigantesca cupola-tenda. Ogni architettura sintetizza un tema - la casa, la città, l’allegoria, il mondo degli oggetti, ecc. - e ospita al suo interno una lunga lista di materiali storici, che si contrappongono alla bidimensionalità dei “manifesti”.
Preziosi reperti del passato (dalle urne cinerarie etrusche ai frammenti della città di Roma, i modani di Michelangelo, una veduta della Venezia ideale del Canaletto, passando per preziosi strumenti di misurazione antichi, rare edizioni di Trattati, ritratti di architetti, cartografie urbane e vedute di città, e una stupefacente Hydria di bronzo prestata dal Museo Archeologico di Paestum, ecc.) si mescolano a disegni e plastici di architetture contemporanee, una scultura di Melotti, quadri di Mondrian e di De Chirico, case-città di Alessandro Mendini, le games-cities di E-boy, ecc.
La mostra insomma suggerisce la possibilità (e la libertà) di leggere il mondo in contemporanea, senza che le divisioni della storia possano essere considerate una barriera tra realtà completamente diverse. Il taglio è piuttosto di natura antropologica: pone al centro l’uomo e, se sceglie il suo punto d’osservazione nella più stretta contemporaneità, il suo giro d’orizzonte spazia per millenni.
D’altra parte, la nuova sensibilità sorretta dalla pervasività delle nuove tecniche digitali e dalle nuove conoscenze del mondo fisico è alla base di una vera e propria rivoluzione culturale: le immagini digitali dell’interno del corpo umano o della sezione di una pianta o di un fiore, ci introducono in un insieme di conoscenze mai prima possibili. Se l’uomo barocco poteva concepire o immaginare l’infinitamente piccolo e riprodurlo immaginificamente nelle superfici curve di un’architettura, di una scultura o di un dipinto, oggi l’esplorazione spinta dell’interno del corpo umano o animale consente la visione stupefacente di strutture fisiche che sembrano fasci astratti di tessiture, di colori, di volumi, che sperano qualunque fantasia del più spericolato cultore del digitale.
Partendo dall’ingresso della Galleria, la mostra dunque si presenta come una serie di “stanze d’autore”, condensate attorno a una micro-architettura e ai suoi oggetti.
Ogni ambiente offre una particolare chiave di lettura del tema, segnalata anche dalla scelta di un materiale dominante e di un allestimento su misura.
La mostra affronta sette temi che si sviluppano in altrettante stanze/sezioni:
Proporzioni,
Ombre,
Origini,
Oggetti come microarchitetture,
Cupole,
Città,
Allegorie,
Ritratti.
16 maggio - 20 agosto 2006
Triennale di Milano
Conferenza stampa e preview: lunedì 15 maggio ore 11.30
Inaugurazione: lunedì 15 maggio ore 18.30
Orario: 10.30 – 20.30, chiuso il lunedì
Ingresso: € 8/5,50/4,00
Cura: Fulvio Irace e Italo Rota con Fausto Colombo e Luciano Patetta
Grafica: Progetto dell’allestimento e delle installazioni: Italo Rota |
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Contatti |
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Triennale di Milano Viale Alemagna, 6 20121 - Milano Telefono: 02 724341 email: [email protected]
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Link |
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www.triennale.it |
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