Nikos Salingaros lo studioso e urbanista di fama internazionale, ha proposto l’Arco di Libera come possibile monumento da realizzare per i soldati italiani caduti nelle missioni di pace internazionali, idea lanciata dal quotidiano qualche tempo fa. In questo modo la commemorazione avrebbe “un carattere di vera monumentalità”, spiega Salingaros a Santilli, riproponendo uno tra i più famosi progetti incompiuti del razionalismo italiano.
L’unica alternativa all’Arco, progettato per l’Esposizione Universale del 1942 e mai realizzato, per l’urbanista potrebbe essere un’opera di piccole dimensioni, con un piccolo budget, un’opera “a misura d’uomo, un metro e mezzo o due, una statua o un muro su cui incidere i nomi dei caduti”, si legge nell’intervista. Lo scopo è quello di tenere lontani dal concorso gli speculatori, le archistar, “gli squali” precisa Salingaros, che sulla professione di architetto ha le idee molto chiare. L’architetto è infatti una persona “umile che non ha bisogno di imporre il proprio egocentrismo, ma trova soluzioni rispondenti a ciò che viene chiesto”. E, come scrive Santilli, l’Italia secondo Salingaros ha bisogno “di tornare a parlare di urbanistica, come non fa da decenni”. Un modo potrebbe essere quello di ripartire dalla città come avrebbe dovuto essere, e con l’Arco di Libera come monumento ai caduti.
Salingaros sarà il protagonista del quinto appuntamento dei “Colloqui di architettura”, organizzati dalla Fondazione CE.S.A.R. Onlus, Centro Studi di Architettura Razionalista. Intervistato da Sabrina Fantauzzi, presenterà il suo ultimo lavoro editoriale dal titolo “No alle archistar. Il manifesto contro le avanguardie”.
L’appuntamento è per il 5 novembre presso la Sala Quadroni, nel Palazzo degli Uffici in via Ciro il Grande,16.
Alle pagine del suo ultimo libro lo studioso affida un’aspra critica ai grandi interpreti dell’architettura e dell’urbanistica mondiale al servizio dei giganti della finanza e della loro visione ipercapitalistica, oltre a denunciare i guasti del modernismo, espresso dal decostruttivismo e da architetture auto referenziali. Nel testo l’autore analizza anche l’universo mediatico, colpevole della divulgazione del “dogma architettonico” in virtù del quale viene legittimata tutta l’architettura contemporanea.
“Il Cesar, attraverso i saggi di Salingaros, apre un dibattito sul destino delle città europee e il loro legame con l’eredità classica”, si legge in una nota di Cristiano Rosponi, presidente del Cesar, “Temi che, grazie alla sensibilità di pochi autorevoli quotidiani e settimanali, sta animando anche il web a dimostrazione che l’aria finalmente sta cambiando”. All’incontro saranno presenti, tra gli altri, il deputato del PdL Fabio Rampelli, grande sostenitore delle teorie di Salingaros e Riccardo Mancini, AD di Eur SpA.