Le mancate risposte del Governo italiano nascondono una diversa strategia: affidare la riduzione delle emissioni climalteranti e la diversificazione dal petrolio all’avventura nucleare, cioè a una fonte non rinnovabile che non ha risolto i problemi delle scorie radioattive e della sicurezza, che diminuirebbe le emissioni solo per una quota modesta della produzione di elettricità, e solo dopo il completamento delle centrali, ben oltre il 2020, data entro la quale gli altri paesi Europei avranno già ridotto le loro emissioni del 20% ed oltre.
Inoltre l’attuale impianto normativo italiano non consente all’Italia di realizzare gli obiettivi assegnati dal pacchetto clima Ue né sono state presentate proposte di recepimento della direttiva europea sulle fonti rinnovabili.
Con la proposta di legge di iniziativa popolare il Comitato vuole contribuire a colmare questo deficit e offrire un quadro normativo adeguato e in grado di recepire la direttiva.
E’ una mobilitazione promossa da numerose organizzazioni e coordinamenti, tra cui la vasta Coalizione in marcia per il clima, fatta coincidere simbolicamente con il ventitreesimo anniversario della vittoria referendaria contro il nucleare, e organizzata per ribadire l’importanza della diffusione delle fonti rinnovabili, contro il nucleare e al carbone.
Grazie a centinaia di appuntamenti in tutta Italia l'iniziativa sarà occasione per organizzare una raccolta straordinaria delle firme a sostegno del progetto di legge d’iniziativa popolare “Sviluppo dell’efficienza energetica e delle fonti rinnovabili per la salvaguardia del clima”. Le firme (centomila) che abbiamo cominciato a raccogliere da fine giugno scorso, saranno consegnate in Parlamento prima delle festività natalizie.
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Legambiente insieme alle principali associazioni ambientaliste, forze sindacali e personalità del mondo della scienza e della cultura ha costituito un Comitato Nazionale ed elaborato un progetto di legge denominato Sviluppo dell’efficienza energetica e delle fonti rinnovabili per la salvaguardia del clima per invertire la rotta che sta portando l'Italia fuori dall'Europa.
Il Governo non sta facendo abbastanza per contrastare i cambiamenti climatici e perseguire gli obiettivi europei di riduzione dei gas a effetto serra che vincolano gli stati membri a ridurre, entro il 2020, le emissioni climalteranti del 20% realizzando, entro la stessa scadenza, un aumento sempre del 20% sia dell’efficienza energetica sia dell’utilizzo delle fonti energetiche rinnovabili.