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CONVEGNO |
URBANISTICA
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XXVII CONGRESSO INU |
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La città oltre la crisi: risorse, welfare, governo |
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TEATRO GOLDONI, LIVORNO, dal 07/04/2011 al 09/04/2011
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L’Italia sta vivendo oggi una crisi economica particolarmente acuta, insieme a un evidente peggioramento delle condizioni delle città, nell’ambito del più generale processo di metropolizzazione che esse stanno vivendo. Questa doppia dinamica recessiva va quindi risolta congiuntamente, affrontando il problema delle risorse con cui garantire la costruzione della “città pubblica” e, in generale, la qualità e la sostenibilità della città. L’attuale riduzione delle risorse necessarie e la loro probabile ulteriore contrazione nel dopo crisi, rappresenta dunque la problematica principale che l’INU mette al centro del proprio XXVII Congresso.
La riduzione degli investimenti pubblici nelle infrastrutture e la tendenza alla loro concentrazione nei poli metropolitani e lungo le principali dorsali di collegamento europee, determinano un progressivo peggioramento delle prestazioni territoriali delle aree della metropolizzazione, che non si traduce solo in un più generale degrado delle condizioni di vita della popolazione, ma comporta un’ulteriore perdita di competitività delle imprese che operano in questi contesti. Al contrario, una strategia di uscita dalla crisi basata sullo sviluppo della green economy prefigura un differente paradigma, nel quale le politiche di promozione dello sviluppo e quelle che puntano ad un diverso ordine urbano possono realizzare fertili e inattese sinergie. In questa prospettiva, le politiche per il contenimento del consumo di suolo conquistano una valenza strategica, mentre una maggiore sobrietà dei processi di urbanizzazione o la tendenza a ricompattare la trama urbana esistente non sembrano destinate a contrapporsi frontalmente ai ritmi di una crescita dettata in prevalenza dall’attuale processo di formazione e acquisizione della rendita, ma possono far leva su un sistema di valori assai più bilanciato e inclusivo. Si può così fare strada una coalizione di interessi in grado di legare insieme gli obiettivi, spesso contrapposti, dei produttori della ricchezza nazionale e degli attori delle trasformazioni urbane, in modo tale che su un nuovo e più equilibrato modello insediativo possano misurarsi significative proposte territoriali finalizzate a contrastare la spinta verso un’ulteriore dilatazione degli insediamenti.
Una parte molto estesa del territorio italiano ha conosciuto gli effetti traumatici di dinamiche urbane che la nostra cultura tecnica e amministrativa non ha saputo governare. Tali dinamiche, dopo aver favorito un consumo dissennato di risorse non riproducibili, possono trasformarsi in un laboratorio in cui sperimentare un nuovo modo di produzione, nel quale la tensione verso forme insediative “a emissione zero” è tale da alimentare rilevanti programmi di sostituzione edilizia e di riorganizzazione delle reti infrastrutturali. Il progetto di una città sostenibile deve dunque affrancarsi dal marchio di un’utopia irrealizzabile per coniugare concretamente il disegno di una nuova forma urbana con le principali articolazioni del benessere ambientale. Lo stesso legame già evidenziato tra crisi economica e crisi urbana deve essere infranto da efficaci politiche di governo del territorio, basate su strategie diverse dalle consuete pratiche di valorizzazione del territorio non più sostenibili. Si prospetta quindi una quarta generazione dell’urbanistica italiana, caratterizzata da una strategia tanto chiara, quanto difficile da mettere in atto, soprattutto per le ingenti risorse alle quali deve fare riferimento, oltre che per gli strumenti necessari. Il piano appare ancora come lo strumento fondamentale anche se non esclusivo, mentre la sua riforma proposta dall’INU nel 1995 è ancora oggi la più efficace. Tuttavia, gli obiettivi della città sostenibile e del controllo della metropolizzazione non saranno raggiunti senza il contributo determinante di alcune leggi di politica urbanistica di competenza statale: lo sviluppo della mobilità di massa per le città, il contenimento del consumo di suolo, la stabilità e l’equilibrio idrogeologico del suolo, un adeguato programma di edilizia residenziale sociale.
L’INU richiama, inoltre, l’attenzione su due temi generali da approfondire che precedono ogni altro ambito di riflessione: la necessità di affrontare la rendita fondiaria nelle nuove forme con cui oggi si presenta e l’adeguamento dell’assetto istituzionale alle trasformazioni territoriali avvenute. Per quanto riguarda la rendita, la proposta è di garantirne la ridistribuzione sociale con una specifica normativa, considerandola una risorsa in quanto componente fondamentale del surplus generato dall’economia urbana; mentre per quanto riguarda l’assetto istituzionale, fondamentale per restituire competitività al sistema urbano, la prospettiva è quella di una sua organica riorganizzazione, modellandolo sulla dimensione della metropolizzazione e comunque sull’assetto reale oggi esistente, anche per dare maggiore efficacia al nuovo sistema di pianificazione.
Quanto ai tre ambiti di riflessione, essi riguardano le risorse necessarie per il governo del territorio nella situazione che si creerà dopo la crisi, i decisori e il modello di governo, gli utenti senza welfare.
Per quanto riguarda il primo ambito di riflessione, si sottolinea la necessità che gli strumenti di pianificazione si facciano carico di questioni rilevanti quali la riduzione degli sprechi, l’efficienza nell’uso delle risorse, una maggiore sobrietà nei progetti urbani e infrastrutturali, il coinvolgimento di nuovi soggetti, la sperimentazione di forme di collaborazione tra soggetti e interessi differenti, la prefigurazione di abitudini e stili di vita improntati ad un uso più consapevole e responsabile del proprio territorio. Per il secondo ambito, si evidenziano le difficoltà che un progetto riformista ha incontrato in assenza di una riforma statale sui temi della fiscalità, dei regimi proprietari, delle prestazioni minime, dell’assetto istituzionale federativo, difficoltà che hanno prodotto una stasi nella produzione legislativa delle Regioni, determinando un sistema che ha ridotto le responsabilità frazionandole, senza verificarne l’adeguatezza né la autonomia delle singole componenti decisionali. Infine per quanto riguarda il terzo ambito di riflessione, vengono evidenziate le conseguenze dell’effetto congiunto della diffusione insediativa e dei tagli operati nella pubblica amministrazione e nel sistema del welfare, con il progressivo “avvitamento” della crisi dell’occupazione e dell’economia urbana che rischia di minare in profondità il ruolo stesso delle città a livello nazionale e internazionale.
Per ciascun ambito di riflessione sono indicate, a titolo esemplificativo, alcune linee di approfondimento da sviluppare nell’ambito della discussione congressuale.
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