L’Ordine degli Architetti Pianificatori Paesaggisti e Conservatori della Provincia di Verona presenta un ciclo di incontri dedicato a quattro protagonisti internazionali dell'architettura del paesaggio contemporaneo.

Il 12 marzo scorso si è tenuto il primo incontro del ciclo il sabato del paesaggio, su iniziativa della rivista «architettiverona».

L’incontro è stato introdotto da Arnaldo Toffali, Presidente dell’Ordine degli Architetti Pianificatori Paesaggisti e Conservatori della provincia di Verona

Questo incontro, assieme a quello del 9 aprile, 16 aprile e 30 aprile, porta a Verona le testimonianze di quattro protagonisti internazionali dell’architettura del paesaggio contemporaneo.

Nella nostra città e nella sua provincia sono molteplici le implicazioni che questa disciplina coinvolge, declinando alle varie scale la progettazione del “verde”.

Alla ricchezza di risorse naturalistiche ed ambientali del paesaggio collinare e fluviale si affianca la presenza di parchi e giardini storici, delle reti idrauliche naturali e artificiali, di un maestoso sistema territoriale di fortificazioni, di un patrimonio rurale e di un territorio agricolo continuamente eroso dal consumo di suolo.

Alla grande attualità del tema dei parchi pubblici nella loro dimensione collettiva, si aggiunge quella del verde come elemento di riqualificazione ecologica delle aree urbane o l’integrazione delle opere infrastrutturali nei contesti urbani, periurbani e naturali.

Obiettivo degli incontri è quello di approfondire questi temi a partire dalle testimonianze dei paesaggisti invitati, dalle loro

Iniziativa della redazione di «architettiverona».
A cura di Roberto Carollo, Laura De Stefano, Filippo Semprebon, Alberto Vignolo.
Si ringraziano tutti coloro che si sono adoperati per la realizzazione dell’evento, in particolare: Francesca Benati, Paolo Cardinali, Alba Di Lieto, Massimo Fontana, Thorsten Lang, Lorenzo Marconato, Fiorenzo Meneghelli, Paolo Pavan, Laura Pigozzi, Giovanni Policante, Attilio Quintarelli, Giusto Variara, Carlo Visioli, Massimo Zancan.

Riflessioni teoriche ed esperienze professionali condotte in Europa e nel mondo ma anche in Italia.

Parlare de “il sabato del paesaggio” evoca volutamente un riferimento letterario, un’allusione allo sguardo poetico sui luoghi sotteso ad un concetto di paesaggio come fatto culturale, così come definito anche dalla Convenzione europea del paesaggio. Non ci si può nascondere però che il nostro territorio corre oggi rischi che non hanno precedenti.

Il paesaggio contemporaneo non è che il calco, il palinsesto su cui si imprimono gli effetti dei fenomeni frenetici che attraversano un’area come quella in cui viviamo che presenta, insieme ai Paesi Bassi, densità di popolazione tra le più alte d'Europa. Le tensioni che la percorrono si giustappongono violentemente all'esito di processi millenari di stratificazione, minandone l'equilibrio raggiunto.

Non è però possibile “congelare” il paesaggio. Non saranno una visione arcadica o un pensiero regressivo a tutelarci dall'indifferenza, dall'incuria e dal degrado. Solo un atteggiamento coraggiosamente progettuale accompagnato da uno sguardo intensamente poetico saranno in grado di immaginare il futuro e di gestirne i processi dinamici di trasformazione.

E la molteplicità di operatori presenti sul campo (architetti, agronomi, urbanisti, naturalisti e botanici, ingegneri idraulici ed ambientali, geografi e geologi...) può trovare nel paesaggista una figura di coordinamento, un “regista” in grado di assumere in sé una sintesi di competenze scientifiche e professionali, accompagnate da una solida cultura figurativa e da maturità creativa.

L’iniziativa del ciclo di incontri accompagna la prossima uscita di un numero della rivista «architettiverona», interamente dedicato a questi temi.