Si propone un dibattito sulle
buone pratiche, le procedure e le criticità implicite nell'adeguamento del patrimonio dell'architettura moderna e del paesaggio urbano intorno ad essa.
Un ambito di intervento che, a seconda dei casi, richiede strategie diverse. Dalla tutela di
valori architettonici e sociali presenti, con introduzione di vincoli di varia natura; alla riqualificazione funzionale, energetica e acustica dei fabbricati; alla necessità di riconsiderare, a distanza di anni, la qualità urbana dei luoghi con innovazioni anche profonde del tessuto edilizio fino alla sostituzione edilizia o al caso limite della rottamazione.
Diversi approcci che possono entrare anche in contraddizione tra loro in ragione di interessi di tipo culturale ma non solo.
Il primo obiettivo è riconoscere le specifiche
qualità del paesaggio urbanistico e architettonico della seconda metà del ‘900, anche non necessariamente d'autore. E, il secondo, è riflettere sulle diverse possibilità di intervento attivabili con la consapevolezza che ci sono momenti in cui la conservazione è necessaria e altri, invece, dove vi un’opportunità di progetto che richiede modificazioni e trasformazioni fino – come caso limite – alla demolizione.
L’Ordine intende in questo modo farsi promotore di una metodologia che rifugga la sterilità del vincolo in senso stretto, ma sappia raccogliere la sfida della memoria e della testimonianza capace di operare attraverso adeguamenti, conservazione e trasformazioni di manufatti e parti di città.
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