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ARCHITETTURA
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I sotterranei. La decorazione architettonica delle Terme di Caracalla |
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Apertura al pubblico dei sotterranei di Caracalla |
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ROMA, dal 21/12/2012 al 30/06/2013
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La Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Roma apre per la prima volta al pubblico i sotterranei di Caracalla. Questo evento fa seguito alla riapertura lo scorso ottobre – dopo dieci anni di chiusura - del mitreo. In questa data si inaugura nei sotterranei anche la musealizzazione permanente di circa 45 reperti marmorei mai esposti prima e tutti restaurati per quest’occasione.
L’apertura dei sotterranei rappresenta un’ulteriore tappa nel progetto di valorizzazione del complesso termale, che negli anni ha ampliato il percorso di visita del sito archeologico. Il progetto è cominciato nel 1999 liberando l’area del caldarium dal palcoscenico fisso del Teatro dell’Opera installato nel 1937, è proseguito con la costruzione di nuovi servizi per il pubblico nel 2000 e il restauro negli anni di ampie parti del monumento, quali gli spogliatoi, le esedre delle palestre, parte del frigidarium e della natatio.
Provenienti dalle stesse terme, i reperti marmorei sono suddivisi in 7 isole espositive a creare un Antiquarium. Le trabeazioni architettoniche finemente lavorate sono sistemate in armadiature metalliche e i capitelli, tra cui quelli monumentali provenienti dal frigidarium raffiguranti Ercole, Venere e Marte sono montati su false colonne per restituire, anche se parzialmente, la visione dal basso per la quale erano nati, suggerendo tutta la grandiosità dell’intero complesso, una volta splendidamente decorato da marmi rari, sculture e mosaici.
L’allestimento dell’insieme dei reperti è collocato su pedane ricoperte con una finitura verde-azzurro a suggerire l’idea dell’acqua e, con essa, l’ambientazione originaria dei marmi. Per l’apertura dei sotterranei si è anche provveduto all’impermeabilizzazione delle volte che coprono le ampie gallerie e all’illuminazione degli ambienti facendo particolare attenzione ad esaltare i marmi esposti. Il percorso espositivo si articola lungo due gallerie parallele che dalle scale d’accesso conduce, prima, alle due isole espositive dedicate alle palestre, poi, a quella del frigidarium, per proseguire nella seconda galleria che contiene le isole della natatio e delle biblioteche.
Particolare importanza riveste la decorazione delle palestre, nel caso delle Terme di Caracalla non solo luogo per l’attività fisica, ma vero e proprio Foro dei Severi a Roma.
Infatti, grazie al fondamentale studio di Gunhild Jenewein, archeologa presso l’Istituto Storico Austriaco, si è chiarita la presenza nelle palestre di un rilievo con soldati, armi e barbari che riconduce senza dubbio ad un fregio storico che correva lungo la copertura delle palestre a celebrare le imprese dell’Imperatore, e a dimostrare che le Terme furono il Foro imperiale di Caracalla a Roma.
Oltre ai due piani in alzato, che in alcuni punti misurano ben 37 metri d’altezza, delle Terme di Caracalla restano tre livelli sotterranei, di cui si aprono al pubblico, per ora, solo due gallerie dei circa 2 chilometri conservati. È nei sotterranei il fulcro della vita delle terme, il luogo dove lavoravano centinaia di schiavi e di operai specializzati per far funzionare la complessa macchina tecnologica delle terme. Lì erano collocati i forni necessari per il riscaldamento delle acque destinate al caldarium e alle saune.
La parte senz’altro meno nota delle terme è costituita dai sotterranei di servizio, conservati per circa due chilometri, ma ancora da scavare per una lunghezza pari al doppio del conosciuto: un dedalo di grandi gallerie carrozzabili (6 metri di altezza x 6 metri di larghezza
circa) che corre sotto buona parte dell’edificio, dove si trovavano tutti i depositi di legname, un mulino, il mitreo, l’impianto di riscaldamento (i forni e le caldaie) ma anche quello idrico, una fitta rete di piccole gallerie che serviva per la posa delle tubazioni in piombo e la gestione
dell’adduzione e della distribuzione dell’acqua.
L’impianto idrico doveva essere perfettamente organizzato per sopperire alle necessità di un complesso termale così grande e con un numero di frequentatori che poteva essere di sei-ottomila persone al giorno. Le gallerie più grandi, quelle del riscaldamento, correvano sotto quasi tutto l’edificio ed erano illuminate da lucernai, che permettevano anche la circolazione d’aria per impedire che il legname lì conservato marcisse. Le loro grandi dimensioni erano legate alla necessità che vi transitassero i carri carichi di legna trainati da cavalli; infatti all’ingresso delle gallerie, sul lato di Via Antonina, è ancora visibile e perfettamente conservata una grande rotatoria stradale con al centro il posto di guardia per il custode-controllore del traffico di carri, legname e uomini impegnati a mandare avanti la complessa macchina tecnologica delle terme. Le volte a botte che coprivano i sotterranei erano foderate da mattoni quadrati (bessales), di cm 19x19, a loro volta foderati da bipedali.
In questa occasione Electa pubblica un volume interamente dedicato alla storia del monumento, a cura di Marina Piranomonte: Le Terme di Caracalla. |
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