La partecipazione Italiana al Forum Internazionale della Cultura si avvale della presenza degli architetti Luca Zevi e Rosario Pavia dell‟Istituto Nazionale di Architettura e degli architetti Maria Grazia Bellisario e Alessandra Fassio del Ministero dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo.
Essi prenderanno parte il 4 dicembre dalle ore 10.00 a una sessione sul ruolo dell‟architettura e l'arte contemporanee nella promozione del patrimonio culturale italiano, con particolare riferimento alle politiche per la qualità del paesaggio, allo sviluppo turistico e alla crescita dei territori.
Si tratterà di un momento approfondimento sulle tematiche dello sviluppo sostenibile e delle opportunità economiche che possono scaturire da nuove politiche ambientali e culturali in termini di bioarchitettura, energie rinnovabili e turismo sostenibile, con particolare riguardo alla creatività artistica contemporanea e alla conservazione del patrimonio culturale.
Nella stessa giornata, alle ore 19.00, è prevista l‟inaugurazione della mostra presso il Rizzordi Art Foundation. L‟esposizione, realizzata a San Pietroburgo con il contributo del Consolato Generale d‟Italia e del locale Istituto Italiano di Cultura, ospita la sezione centrale della esposizione di Padiglione Italia alla 13. Mostra Internazionale di Architettura alla Biennale di Venezia 2012 curata da Luca Zevi e organizzata dalla Direzione Generale per il paesaggio, le belle arti, l‟architettura e l‟arte contemporanee del Ministero dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo, attraverso il Servizio Architettura e arte contemporanee.
"Dal prodotto Made in Italy all‟architettura Made in Italy alla città Made in Italy", curata dallo stesso Luca Zevi, è organizzata da IN/ARCH – Istituto Nazionale di Architettura – e documenta l‟attività di molte imprese del Made in Italy, caratterizzate da una "tipologia olivettiana" quanto a dimensioni e produzione specializzata, che negli ultimi quindici anni hanno scelto di costruire i propri stabilimenti e i propri centri direzionali secondo un progetto architettonico d‟eccellenza. Sono nate così strutture attente alla poetica dei luoghi e degli oggetti, alla vita delle persone, alla sensibilità ambientale, con un crescente impegno degli imprenditori nel veicolare attraverso l‟architettura i valori e l‟immagine dell‟azienda.
Mentre fino agli anni ‟60-„70 del Novecento le grandi fabbriche erano concentrate nelle città maggiori (in contrasto con la predicazione di Adriano Olivetti a un rinnovato policentrismo territoriale), nei decenni successivi si realizza un diffuso decentramento produttivo. L‟industria manifatturiera si organizza in una pluralità di distretti industriali, in cui prevalgono filiere di piccole e medie imprese. E‟ in questo contesto che si sviluppa l‟economia del Made in Italy, illustrata nella mostra attraverso una serie di architetture fortemente rappresentative di un‟eccellenza produttiva e rese possibili da un incontro complesso e fertile tra imprenditori e progettisti. Per favorire l‟orientamento nella varietà ed eterogeneità delle realizzazioni presentate, il percorso espositivo è ordinato in cinque sezioni, in base alla funzione prevalente degli edifici, secondo un criterio inclusivo piuttosto che linguistico. Le sezioni sono: Architetture della fabbrica, Direzionale diffuso, Architetture nel paesaggio agricolo, Recupero e riconversione produttiva, Densificazioni.
Le architetture del Made in Italy, con la loro qualità, testimoniano che nel capitalismo di territorio del nostro Paese è in corso un processo di valorizzazione. Le aziende leader rinnovano architettonicamente sia gli uffici che gli stabilimenti, realizzando veri e propri headquarters, con caratteristiche e servizi aperti alla città e al contesto circostante. Un‟evoluzione che lascia sperare in una nuova stagione dell‟Italia delle Cento Città che, riprendendo la profezia di Adriano Olivetti, conduca a una ripresa economica caratterizzata dalla profonda riqualificazione di un territorio straordinario, che il liberismo dominante negli ultimi decenni ha inutilmente maltrattato.