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MOSTRA |
ARCHITETTURA
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PESCADO | opere marine di Aimone Sambuy e Giovanni Tamburelli |
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SPAZIO SCHIFFINI – VIA VISCONTI DI MODRONE 12 – MILANO, dal 26/06/2014 al 31/07/2014
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Dopo l’incontro fortunato al Salone del Mobile, continua la collaborazione tra la Galleria Antonia Jannone e l’azienda spezzina Schiffini con una mostra che rende omaggio alle origini dell’azienda e che introduce un mondo sommerso, magico, ricco di suggestioni per salutare l’estate.
Lo spazio Schiffini integrerà i dipinti su tela di Aimone Sambuy e le sculture in ferro di Giovanni Tamburelli per portare i colori e i sapori del mare a Milano.
Aimone Sambuy è un artista che frequenta rotte e approdi di tutti i mari. E’ un pittore intriso d’acqua salata, un cantore del mare e di quanto gli attiene sopra e sotto il filo dell’acqua, e più ancora un poeta della solitudine. In questa occasione Sambuy ci parla dei pesci e ce li fa vedere come sono, uno per uno – sempre all’asciutto e di profilo. Ogni pesce nel suo chiuso, è un piccolo enigma e un’evocazione del profondo azzurro in cui è vissuto.
A cura di Antonia Jannone. Disegni di Architettura
Aimone Sambuy è un artista che frequenta rotte e approdi di tutti i mari. E’ un pittore intriso d’acqua salata, un cantore del mare e di quanto gli attiene sopra e sotto il filo dell’acqua, e più ancora un poeta della solitudine. In questa occasione Sambuy ci parla dei pesci e ce li fa vedere come sono, uno per uno – sempre all’asciutto e di profilo. Ogni pesce nel suo chiuso, è un piccolo enigma e un’evocazione del profondo azzurro in cui è vissuto. Aimone Sambuy è nato a Torino nel 1951, vive e lavora a Milano. La sua attività è cominciata nel 1978 e da allora ha esposto in mostre personali e collettive, in Italia e all’estero. Ultime mostre personali a Milano, al MuMa di Genova, a Roma e Torino: Ossido di Ferro, Cantieri, Amate Sponde, Babele.
Pesci in ferro, smalto, ottone, rappresentati in sculture fantasiose: è il tema delle opere di Giovanni Tamburelli. “Gianni è un poeta, un poeta molto speciale, perché per eredità e vocazione è anche un fabbro. È innamorato del suo mestiere come un fauno del suo zufolo di canne. Lui ha le mani che gli prudono per la smania di usarle; e dovunque le mette e qualunque cosa manipoli – ottone, ferro, lamiera, legno argilla…ne fa poesia…una festa di invenzioni, connubi, ibridazioni, metamorfosi…” Fabrizio Dentice dal catalogo Zoologia Parallela.
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www.schiffini.com |
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