Realizzata dal Bonnefantenmuseum di Maastricht in collaborazione con la Fondazione Aldo Rossi di Milano in occasione del ventennale dell’apertura della nuova sede del Bonnefantenmuseum, costruito da Rossi dal 1990 al 1995, la mostra è parte di un progetto itinerante che coinvolge tre sedi: oltre al museo olandese (26 giugno – 15 novembre 2015), Archizoom, spazio espositivo dell’École politechnique fédérale de Lausanne (29 febbraio – 24 marzo 2016) e la GAMeC di Bergamo.
La mostra, a cura di Ton Quik, accoglie 100 stampe dell'architetto e artista italiano – provenienti dalla collezione del Bonnefantenmuseum e da collezioni private – accanto a 40 dipinti e disegni, e alcuni bozzetti e lastre utilizzate per la produzione delle opere.
L’excursus cronologico-tematico si apre con le stampe degli anni Settanta, acqueforti in bianco e nero in cui si fondono studi analitici – come ne Il grande cimitero di Modena, Le due città o nelle diverse Composizioni urbane – e oggetti d’affezione, come ad esempio neL’architettura domestica, dove tra le architetture compaiono i primi studi delle caffettiere che Rossi disegnerà per Alessi negli anni seguenti.
Tra le stampe degli anni Ottanta, studi architettonici, come The Lighthouse, le sperimentazioni sul tema del frammento – anche nel progetto intitolato Fragments – accanto a due famosi lavori analogici di Rossi: Il Teatro del Mondo, soggetto di cinque stampe che spaziano tra rappresentazioni tecniche e “mentali”, e La città analoga, che è stato oggetto di studio per un progetto multimediale di Dario Rodighiero, collaboratore scientifico dell’École politechnique fédérale di Losanna.
Infine, le opere degli anni Novanta, che presentano temi e soggetti diversi, anche non strettamente legati all’architettura – come Il caffè del Mattino, prima stampa di una scena domestica – accanto a capricci compositivi come Geometrie Romane e Il pesce d’oro, l’ultima che Rossi avrebbe visto finita.