La mostra di Firenze è un’occasione unica per conoscere il lavoro di Jose Dávila, uno degli artisti della sua generazione più attivi nel creare relazioni inedite tra il gesto scultoreo e la definizione dello spazio architettonico, tra la riattivazione della memoria collettiva e la contemplazione dell’istante, del kairos nell’esperienza diretta della realtà e dell’arte.
Attraverso l’installazione di opere appartenenti a momenti diversi della sua ricerca, Dávila invita a riflettere su come possano essere interpretati i segni e le tracce che abitano il mondo globale attuale – in molti casi appartenenti alla storia dell’arte – e sulla necessità di dare importanza alla riscoperta o alla riappropriazione diretta di essi, con l’intento di sfuggire alla mera riconoscibilità dei loro elementi costituitivi ottenuta per mezzo dei dispositivi elettronici che fungono da archivi digitali.