Il 15 Aprile, nella ricorrenza del trigesimo dalla scomparsa dell’architetto Vittorio Gregotti, uno dei padri della moderna architettura italiana, l’Accademia Nazionale di San Luca affida a Franco Purini, che con Gregotti condivise alcune importanti esperienze progettuali come lo Zen di Palermo, una commemorazione complessiva della sua opera e del suo ruolo di teorico progettista e urbanista di fama internazionale, di saggista e critico dell’architettura.
Il video della conferenza sarà visibile sul nostro sito NAM e sul nostro canale You Tube dalle ore 19, insieme a quello della conferenza “Possibile e necessario in architettura. Prime riflessioni sull’opera di Vittorio Gregotti – un dialogo tra Angelo Torricelli e Francesco Cellini”.
Vittorio Gregotti ha avuto modo di conoscere Le Corbusier, Gropius, e il maestro dello stile liberty Henry van de Velde, nell’ambito di un seminario internazionale tenutosi a Hoddesdon negli anni ‘50. Nel 1952 si laurea in Architettura al Politecnico di Milano. È stato allievo di Ernesto Nathan Rogers, con il quale ha firmato la sua prima sala alla Triennale di Milano e fino al 1965, è stato tra i più importanti collaboratori alla rivista “Casabella”, durante la direzione del suo maestro. All’inizio degli anni Ottanta assume poi la direzione della storica rivista. Ha fatto parte come unico architetto del Gruppo 63, collaborando per un progetto della Triennale con Umberto Eco, Luciano Berio e Furio Colombo. E’ stato professore ordinario di Composizione architettonica all’Istituto Universitario di Architettura di Venezia, ha insegnato nelle facoltà di Architettura di Milano e Palermo e all’estero in Giappone, Stati Uniti, Argentina, Brasile e Regno Unito. Manfredo Tafuri nella sua pubblicazione “Vittorio Gregotti Progetti e architettura” (ed. Electa, 1982 -1988), ha raccolto una documentata selezione dei suoi progetti e delle sue realizzazioni dall'allestimento della XIII Triennale del 1964, fino alle proposte degli anni settanta ed ottanta, che segnano il suo rinnovato approccio ai problemi del linguaggio e della progettazione su grande scala. Tra i suoi oltre mille e cinquecento progetti, realizzati in Italia e all’estero, si ricordano il già citato quartiere Zen (Zona espansione nord) realizzato a Palermo tra la fine degli anni Sessanta e i primi Settanta; il Centro Culturale di Belém a Lisbona; il dipartimento di scienze dell’università di Palermo, dove ha insegnato, e la sede dell’università della Calabria; il piano di edilizia popolare a Cefalù e il Centro ricerche dell’Enea a Portici. E poi: gli insediamenti sempre popolari a Venezia, la sistemazione del Parco archeologico dei Fori imperiali a Roma, con Leonardo Benevolo; la trasformazione delle aree intorno alla Bicocca, alla periferia di Milano, sino al nuovo quartiere residenziale nell’area di Pujiang, in Cina; gli stadi di calcio costruiti fra l'Europa e il nord Africa, come lo Stade des Costières di Nîmes, lo Stade Adrar di Agadir, in Marocco, lo stadio Luigi Ferraris di Genova e la riconfigurazione complessiva dello stadio Lluís Companys, Montjuic, Barcellona.