Una lettura originale dei documenti d’archivio, mettendo a sistema autori diversi con una particolare chiave di lettura: la relazione tra architettura e opera d’arte nel loro lavoro.
BBPR, Costantino Dardi, Vincenzo Monaco e Amedeo Luccichenti, Luigi Moretti sono i protagonisti della mostra Architetture a regola d’arte, che nasce dalla volontà di valorizzare e condividere i preziosi materiali che negli ultimi anni hanno arricchito la Collezione MAXXI Architettura, in particolare gli archivi di alcuni tra i più importanti architetti italiani del ‘900.
Dal restauro e sistemazione dei Musei del Castello Sforzesco a Milano di BBPR alle architetture che accolgono e si integrano con importanti opere d’arte dello Studio Monaco Luccichenti; dagli allestimenti di mostre di Costantino Dardi e il suo lavoro con critici e artisti all’amore per l’arte di Luigi Moretti, conoscitore, appassionato ed esperto, raffinato collezionista e gallerista, oltre che architetto.
L’esposizione di progetti, documenti, immagini e carteggi mette così in luce un approccio colto e interdisciplinare ai progetti di architettura, in cui la dimensione personale si interseca con quella professionale.
Il percorso di mostra
La mostra si articola in una sequenza di quattro stanze, ciascuna dedicata a uno studio di architettura di cui vengono raccontati i progetti, la storia e la relazione con gli artisti. Ne emergono approcci, linguaggi e materiali molto diversi, uniti tutti dal filo sottile della ricerca espressiva e spaziale.
Le quattro stanze sono collegate tra loro da uno spazio intimo e privato, dove l’immaginario personale di ogni singolo autore prende forma in una sequenza di immagini sospese e discontinue, che anticipano e orientano la lettura dei progetti maggiori esposti nelle sale più grandi. Delle piccole wunderkammer che ospitano lettere personali come quelle di Uncini a Dardi, di Severini a Monaco o ancora immagini, schizzi, fotografie che svelano la personalità di ciascun architetto e le sue amicizie.
Il percorso inizia dall’ambiente dedicato allo Studio BBPR, con un focus sul progetto di restauro e musealizzazione del Castello Sforzesco a Milano. Danneggiato dai bombardamenti del 1943, il castello diventa grazie al lavoro di BBPR uno tra i primi e i più importanti tra gli interventi di questo genere realizzati in Italia nel secondo dopoguerra. Al centro della stanza, la ricostruzione in scala reale dello spazio in cui fu allestita a Milano la michelangiolesca Pietà Rondanini, con un calco della Pietà stessa prestato dal museo tattile Omero di Ancona. Poi il racconto del negozio Olivetti a New York, gli allestimenti alla Triennale di Milano del 1951 - tra cui il Labirinto dei ragazzi con Alexander Calder e Saul Steinberg - e il progetto per il memoriale di Auschwitz.
Il percorso di mostra inizia dall’ambiente dedicato allo Studio BBPR, con un focus sul progetto di restauro e musealizzazione del Castello Sforzesco a Milano. Danneggiato dai bombardamenti del 1943, il castello diventa grazie al lavoro di BBPR uno tra i primi e i più importanti tra gli interventi di questo genere realizzati in Italia nel secondo dopoguerra. Al centro della stanza, la ricostruzione in scala reale dello spazio in cui fu allestita a Milano la michelangiolesca Pietà Rondanini, con un calco della Pietà stessa prestato dal museo tattile Omero di Ancona. Poi il racconto del negozio Olivetti a New York, gli allestimenti alla Triennale di Milano del 1951 - tra cui il Labirinto dei ragazzi con Alexander Calder e Saul Steinberg - e il progetto per il memoriale di Auschwitz.
Nello spazio dedicato a Costantino Dardi un traliccio “ispirato” agli allestimenti dardiani accoglie le opere, dialogando con la scultura di Uncini al centro della sala e con gli altri progetti esposti. Tra questi spiccano il progetto per il concorso per il Padiglione italiano all'Expo di Osaka 70 e la sistemazione del Palazzo delle Esposizioni a Roma nel 1982. Troviamo anche le incisioni di Dardi esposte nel 1980 alla A.A.M. (Architettura Arte Moderna) insieme con quelle di Giulio Paolini e che qui sono messe in dialogo con l’opera di Paolini Senza Titolo della Collezione MAXXI Arte, esposta per la prima volta al MAXXI. Esposte, inoltre, immagini della celebre mostra di Achille Bonito Oliva Avanguardia Transavanguardia ’68-’77, allestita da Dardi sulle Mura Aureliane.
Nella sala dedicata a Monaco-Luccichenti troviamo tra gli altri materiali le fotografie commissionate dal MAXXI a Giovanna Silva, che ritraggono gli interventi artistici realizzati per i progetti dei due architetti romani da autori di grande importanza. Tra le immagini, spicca quella del tetto della sede di Confindustria con la pavimentazione realizzata su disegno di Capogrossi, autore anche di un quadro con dedica a Vincenzo Monaco esposto in mostra. Esposte inoltre opere di Nino Franchina, Gino Severini, Giuseppe Capogrossi, Antonio Corpora, artisti tutti con cui Monaco e Luccichenti hanno collaborato.
Protagonista della stanza di Luigi Moretti il suo film su Michelangelo. Sulle pareti e nelle teche disegni e modelli che testimoniano il suo studio accurato e personale dei maestri del passato. Accanto a questi il rapporto tra Moretti e suoi contemporanei, che prendeva forma sulle pagine della rivista Spazio e sulle pareti dell’omonima galleria d’arte. L’architettura di Moretti compare nella mostra in modo inatteso, con le immagini della mitica Contemporanea allestita nel 1973 da Piero Sartogo nel parcheggio di Villa Borghese realizzato da Luigi Moretti.
Il percorso di mostra si apre quindi con Michelangelo - attraverso il calco della sua Pietà Rondanini - e si chiude con Michelangelo – attraverso il film di Luigi Moretti. A lui è simbolicamente affidata dai curatori la sintesi più eloquente di quella profonda relazione tra arte e architettura che la mostra ha voluto mettere in scena.