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Space Architecture Workshop |
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Designing for Earth by Living in Space |
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LUGANO (CH), dal 12/06/2023 al 16/06/2023
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La School of Disruption è l’e-learning dello Swiss Institute for Disruptive Innovation che traduce il know-how con contenuti innovativi e tecnologici complessi in corsi di facile comprensione, permettendo così alle persone di acquisire le competenze necessarie per distinguersi dalla massa e trovare nuove opportunità di business e di lavoro. La Scuola fornisce conoscenze ancora poco esplorate ma indispensabili per chi vuole essere competitivo nei mercati del futuro.
Nonostante sia stata fondata da un solo anno, la School of Disruption vanta una rete di oltre 2.200 membri provenienti da 50 Paesi del mondo.
Un workshop in arrivo, dal 12 al 16 giugno 2023 a Lugano, darà accesso all’innovazione nel progettare per la Terra, trasferendo know-how partorito in ambito Spazio. School of Disruption ha curato topic, panel e sessioni insieme a Barbara Imhof, tra i pionieri ormai da tempo della disciplina, trascorrendo alcuni anni presso il NASA Johnson Space Center di Houston e René Waclavicek.
A loro si uniscono in qualità di istruttori: Christophe Lasseur dell’Agenzia Spaziale Europea, Christina Ciardullo, architetto spaziale della piattaforma di ricerca/studio SeArch+, Angelo Vermeulen artista, biologo e ricercatore con esperienze presso Nasa, Esa e numerosi attori della Space economy, e Virginia Wotring, professoressa di Human Perfomance dell’ International Space University – l’ente derivante dalla cooperazione di Agenzie spaziali del globo dedito alla formazione terziaria in ambito Spazio, il più importante al mondo.
Il workshop è alla sua seconda edizione, la prima si è tenuta lo scorso anno proprio tra le aule dell’International Space University, a Strasburgo. Anche questa volta, i partecipanti saranno ingaggiati da lezioni frontali mattutine a cui seguiranno laboratori di pratica nel pomeriggio, per i quali è prevista una competizione tra team di progetto. A valutare i lavori, una commissione di architetti da studi leader internazionali, uniti nell’obiettivo di interpretare le disruptive Innovation in ambito design guardando alle grandi opportunità dello Spazio. Tra tutti Paolo Colombo di A++ Architects e Adolfo Suarez di Lombardini22, a loro si aggiunge Maria Antonietta Perino di Thales Alenia Space, colosso della Space Industry.
Concept:
Essere designer nel 2023 significa avere il privilegio di unire materialità e concetti astratti, esperienze tangibili e ambito cognitivo. Negli ultimi anni, il ruolo del designer e la cultura del progetto hanno compiuto un salto quantico, divenendo un paradigma centrale nel concretizzare visioni, avvicinare prodotti, servizi e manufatti alle esigenze delle persone (ciò che chiamiamo human-centered), rendendoli accessibili, affrontando le diversità di culture e di abilità e, con urgenza, all’ imprescindibile necessità di nuovi paradigmi sostenibili. Modi di progettare che rispettino l’eco-sistema e la società.
L’introduzione della practice in nuovi ambiti è una vera e propria diffusione di concetto e conoscenza da andare a cercare nel cuore delle teorie dell’innovazione. A condividere questa novità troviamo la seconda rivoluzione della Space Economy, molto diversa da quella che accompagna gli immaginari della generazione X e Y, fatta di grandi missioni a trazione istituzionale per fondi e capacità d’azione, di altissime barriere all’accesso e di un legame con la cultura di massa che portava con sé meraviglia e futuribilità. In questo nuovo scenario, la ricerca e il trasferimento tecnologico, l’impatto positivo e il mondo del business si pongono sfide che hanno nello Spazio un partner di grande valore. Lo si trova nei programmi di open Innovation, in modelli di business di start up ancora in fase nascente, in fondi per la ricerca e in molto altro.
Il tandem tra design e Spazio nasce da una esigenza ben chiara in chi progetta: la complessità ha bisogno di metodo. Definire i problemi, identificarne le componenti, analizzare i dati a disposizione, chiamare in causa anche la creatività, approcciare materiali e tecnologie, sperimentare e valutare i risultati. Un linguaggio universale e molte volte l’unico, preziosissimo approccio metodico.
Unire design e Spazio è un trasferimento di conoscenze chiave, già sperimentate da chi si occupa di approntare missioni di esplorazione. Essere uno Space Designer porta con sé l’esperienza di progettare nel limite e nell’estremo, generando opportunità anche per l’interazione umana e i sistemi sociali.
A valle del processo, molti impatti positivi, come il poter contare su sistemi abitativi sostenibili in ambienti alieni, con scarsità di risorse e ostilità di contesto. Proprio questi purtroppo e in maniera sempre maggiore si correlano a contesti a noi più vicini di quanto pensiamo: dalle città ai grandi conglomerati erogatori di servizi pubblici (come ospedali e altri grandi edifici) fino all’abitare, sempre più proiettato in necessità di ripensamento, in innovazioni nei paradigmi e nelle modalità. Il riciclo delle risorse è infatti centrale in un contesto in cui dei bioreattori per generare elettricità e l’additive manufacturing per l’edificazione in situ costituiscono approcci ingegneristici insufficienti a raccogliere pienamente la sfida dell’interazione umana, mancanza a cui il design dello Spazio risponde approfondendo il rapporto con competenze tecniche utilissime.
Igor Ciminelli
Founder e managing director di School of Disruption:
“Accoglieremo in una splendida venue di Lugano un panel di assoluto rilievo per le discipline in questione, creando anche un’occasione di network per quella che vogliamo sia una nuova classe di professionisti del design ma anche di manager che guarda con vicinanza ai contributi essenziali per un impatto positivo provenienti dagli studi spaziali. Un’ esperienza abilitante per nuove visioni professionali e di ricerca. Ci saranno, come nello scorso anno, partecipanti provenienti da tutto il mondo (lo scorso anno 20 paesi rappresentati n.d.r.) con profili diversi, un valore in chiave di contaminazione. Con lo Swiss Institute for Disruptive Innovation e la School of Disruption guardiamo allo Spazio in termini di “advocacy” per le sue opportunità di trasferimento tecnologico e di conoscenze, lavorando ormai da anni in ambito formazione e consulenza.”
Barbara Imhof
Space Architect and Co-Founder LIQUIFER, Istruttrice e Co-Curatrice del Workshop
“Dallo spazio si ha una prospettiva globale, una sorta di visione d'insieme, ma si vede anche la fragilità del pianeta e questo è il punto focale del nostro discorso”
Christophe Lasseur
ESA – European Space Agency | Head of MELiSSA Project, Istruttore del Workshop
“Il grande pubblico generalmente comprende la posta in gioco e le ripercussioni che questa ricerca può avere sui temi quotidiani: la gestione dei rifiuti, la qualità dell'acqua, il cibo. Sul versante aziendale, c'è un lavoro di comunicazione da fare”. |
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Contatti |
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https://sidi-international.org/contacts/
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Link |
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www.disruption.school/lugano-workshop-space/ |
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