Le quattro conferenze (solo in presenza) saranno tenute da Prof. Arch. Franca Pittaluga, libera professionista e docente presso l’Università IUAV di Venezia presso la sede dell’Ordine degli architetti di Treviso in Piazza delle Istituzioni - blocco H, 31100 Treviso TV.
1_Venerdì 14 giugno, 16.00-18.00 - I PERCORSI DELLA LUCE
Un primo tuffo nel progetto, documentando numerosissimi esempi di architettura, per lo più contemporanei, che dimostrano nei fatti una regola ineluttabile: la conquista della luce naturale entro gli spazi che l’architetto sta creando non può realizzarsi nella fase progettuale della cura del dettaglio, ma all’opposto, le vere trappole di luce che possiamo organizzare stanno tutte nei primi schizzi di un progetto di larga massima: nei disegni che determinano l’assetto volumetrico dell’insieme, l’organizzazione delle facciate, la disponibilità delle coperture. E soprattutto, questi pensieri progettuali che si vanno a delineare devono privilegiare l’uso di sezioni, sezioni …e ancora sezioni.
2_Venerdì 21 giugno, 16.00-18.00 - DIALOGHI DI LUCE & SPAZIO
Un secondo tuffo nel progetto viene dedicato a valutare la qualità di luce che l’architetto intende portare entro gli spazi che va disegnando: infatti operare con molta o poca luce, con luce aperta o stretta, incombente o confidenziale, è una scelta strategica e va dunque assunta dall’inizio del progetto. Per misurare la qualità desiderata, possiamo operare con 3 semplici variabili: dosaggio, focalizzazione, direzione. Per valutare i risultati, osserveremo spazi che voi tutti avete esperito fin dai primi anni di università: disegnati da Le Corbusier, da Terragni e Lingeri, Frank Lloyd Wright, Luigi Moretti, Louis Kahn, accanto ad altri più vicini negli anni come Luis Barragan, Eladio Dieste, Tadao Ando, Frank Gehry.
3_Venerdì 28 giugno, 16.00-18.00 - GLI AGGETTIVI DELLA LUCE
L’ingresso della luce entro un edificio è sovente il principale agente di caratterizzazione degli spazi: spazi intimi o solenni, dinamici o fermi, mistici o mondani sono percepiti come tali in dipendenza delle scelte operate dal progettista sulle misure, sulle proporzioni, sui materiali; ma le modalità con cui il nostro sguardo li percepisce sono dipendenti dal modo in cui gli spazi sono messi in luce. Su questo, il progettista lavora intenzionalmente, soprattutto in sezione, per intercettare con più efficacia la rotta naturale del sole. L’aggettivo (inusuale) che ho assegnato all’ultimo progetto qui analizzato (solida) testimonia un lavoro ostinato per conquistare una luce imbrigliata, corposa e intensa fino a parere una luce veramente solida.
4_Venerdì 5 luglio, 16.00-18.00 - LA LUNA NEL POZZO
Strutturato su pochi esempi, ma più approfonditi, uno studio sulle architetture ipogee, mettendo a confronto tre architetture arcaiche e tre contemporanee. Tutte sono sotto (o dentro) la crosta terrestre, e sono costruite per accogliere l’acqua al loro interno. Una occasione che l’uomo coglie per caratterizzare spazi sacri e simbolici, o spazi profani e delle utilità, ponendo in dialogo diretto due elementi che hanno caratteristiche comuni. Prima di tutte, quella di non avere una forma: l’acqua infatti ha solo la forma del suo contenitore e, al pari della luce, si dispone nello spazio che le viene offerto. La potremo osservare in una simbiosi con la luce che diviene vera complicità per realizzare spazi segreti, sospesi, rarefatti, a volte trascendenti.