02/04/2003 – Roma. Accanto al Macro, Museo d’arte contemporanea di Roma (ospitato nell’ex edificio della Birra Peroni), la capitale avrà, entro il 2005, un altro museo. Si chiamerà Maxxi, il Museo nazionale delle arti del XXI secolo, che sorgerà negli spazi dell’ex caserma Montello, in via Guido Reni.
E’ stata Zaha Hadid ad aggiudicarsi la vittoria del concorso internazionale bandito nel 1998. La cerimonia di inaugurazione avrebbe dovuto aver luogo il 20 marzo alla presenza della progettista, del ministro dei Beni culturali, Giuliano Urbani, del Direttore generale per l’architettura e l’arte contemporanea, Pio Baldi, e di una folta schiera di fotografi e giornalisti. Ma lo scoppio della guerra ha fatto rinviare i festeggiamenti: “Un rinvio quanto mai doveroso – ha detto il ministro Urbani a sala già gremita – visti gli avvenimenti internazionali. Non è il momento - ha aggiunto - di celebrare quello spirito di universalità tipico, invece, della nascita di un grande muse, ciononostante con oggi i lavori cominciano”.
Ma come sarà il Museo del XXI secolo? Concisa, puntuale, ma estremamente efficace la descrizione dell’architetto progettista: “Ho progettato un mondo nel quale tuffarsi. Il concetto originale era quello di un campus aperto alla circolazione pubblica”. Il Maxxi ha l’intento di coniugare due musei, uno destinato all’arte, l’altro all’architettura, attraverso forme innovative e spettacolari che sembrano rincorrersi secondo un percorso per nulla lineare, ma che piuttosto ricorda un andamento a tela di ragno. Sviluppato su tre livelli, su una superficie totale di 26 mila mq, il centro ideale del Museo sarà la grande hall di accoglienza a tutt’altezza, intorno a cui ruotano i vari spazi commerciali, la caffetteria, i servizi didattici, i laboratori di conservazione e restauro, le sale per eventi dal vivo e convegni. I volumi, così articolati, saranno coperti da un tetto completamente in vetro, elemento progettato come filtro per controllare la luce, ma anche come punto di unione tra interno ed esterno.
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