15/12/2003 – La grande torre di London Bridge progettata da Renzo Piano, sarà realizzata.
Dopo tre anni di attesa giunge il sì definitivo del governo del Primo Ministro Tony Blair.
Irvine Sellar, capo esecutivo del Sellar Property Group, che gestisce le fasi di sviluppo del progetto, dichiara: “Puntiamo ad iniziatre i lavori di costruzione nel 2005 e di terminarli nel 2009”.
Con un’altezza di 310 metri, su 66 piani, la “Shard of Glass” (Scheggia di cristallo) sarà l’edificio più alto d’Europa.
Sorgerà nel quartiere di Southwark, a sud del Tamigi. Adiacente alla stazione di London Bridge, concentrerà maggiore densità nel centro della capitale inglese fungendo da incrocio tra metropolitana, sei linee ferroviarie e quattordici linee d’autobus.
Il vicepremier John Prescott ha definito il grattacielo di Piano “di massima qualità architettonica”.
La logica dell’edificio è l’uso misto; ospiterà sale pubbliche per il tempo libero aperte ai visitatori: teatri, bar, ristoranti, residenze alberghiere, negozi e gallerie d’arte.
Sarà attrazione turistica e per il tempo libero, consentendo a migliaia di persone ogni giorno di vedere Londra da una posizione nuova e di osservare la città nella sua interezza.
È per questo motivo che Piano lo ha definito un grattacielo democratico, dedicato a migliaia di cittadini che usano i mezzi pubblici.
In passato erano sorti dubbi sulla potenziale aggressività di una torre eccessivamente alta che rischiava di violare il panorama disteso della capitale inglese. Tuttavia, Renzo Piano dichiara: “Il mio grattacielo, simbolo di leggerezza, nasce da un’idea di umanesimo”, e ancora “sarà in verticale quello che era la città europea, umanistica, di cui siamo esportatori”.
A differenza di alcune torri che sono dotate di vetri neri per difesa dai raggi solari che danno all’edificio un’immagine aggressiva facilmente simboleggiante il potere, la Shard of Glass è dotata di un radiatore all’estremità che impedisce il surriscaldamento provocato dai raggi del sole.
Queste le parole dell’architetto italiano:
”Concepisco la torre come una piccola città verticale per circa sette mila persone che vi lavorino e per altre centinaia di migliaia di visitatori. È questo il motivo per cui vi abbiamo incluso negozi, musei, ristoranti e spazi residenziali. La torre è generosa alla base senza toccare il suolo con arroganza, e sottile all’estremità perdendosi nell’aria come un pinnacolo del sedicesimo secolo o come l’estremità dell’albero di una nave particolarmente alta.
Non ritengo sia possibile costruire a Londra un edificio alto estrudendo la stessa forma dal basso all’alto. Sarebbe troppo piccola alla base e troppo grossa all’estremità.
Inoltre, i simboli sono pericolosi. Spesso gli edifici alti diventano simboli arroganti e aggressivi di potere, egocentrici ed ermetici. La torre è progettata per essere una presenza affilata e leggera nell’orizzonte londinese. L’architettura racconta storie ed esprime capacità evocative, e la memoria è parte di essa”.
La nostra memoria, suggerisce dunque Renzo Piano, è permeata di storia.
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