26/10/2005 - Il Consiglio di Amministrazione della Biennale di Venezia, presieduto da Davide Croff, si è riunito il 4 agosto 2005 a Palazzo Querini Dubois e ha scelto e approvato il progetto della 10. Mostra Internazionale di Architettura, insieme al direttore e ai curatori a cui ne sarà affidata la realizzazione.
Come già avvenuto per il progetto triennale 2005/2007 di Arti Visive, anche per il Settore Architettura la Biennale di Venezia conferma la decisione di assumere direttamente la responsabilità delle scelte tematiche delle proprie manifestazioni, chiamando quindi i maggiori specialisti di quel tema a declinarne e interpretarne gli indirizzi. Per quanto riguarda la Mostra Internazionale di Architettura, la Biennale individua in questa manifestazione e in questa disciplina la possibilità di confermare il proprio compito non solo espositivo, ma di elaborazione di proposte e indirizzi da offrire quali strumenti per innovative prassi operative sui territori e nei contesti urbani nazionali e internazionali.
La Biennale ha deciso di dedicare alle meta-città il tema della 10. Mostra. I cambiamenti nella morfologia fisica e sociale delle città permettono oggi di delineare i tratti di un nuovo insediamento civile: la meta-città, insediamento che supera la forma e la concezione tradizionale delle città, che ormai eccedono i confini tradizionali, determinando nuove problematiche e necessità riguardo la loro governance, e subendo profonde trasformazioni nella composizione della loro popolazione, così come nei modi del lavoro. La 10. Mostra Internazionale di Architettura affronterà questi temi per giungere, alla sua conclusione, a formulare un documento di indirizzi, offerto a chi abbia responsabilità di progettazione e di governance sui sistemi urbani e territoriali.
I temi si svilupperanno attraverso quattro distinti e complementari momenti:
- la Mostra Internazionale, incentrata sulle trasformazioni delle città e dei territori sul pianeta, che sarà diretta da Richard Burdett (Gran Bretagna), docente di architettura e urbanesimo presso la London School of Economics, in questo momento uno dei maggiori esperti mondiali di tali tematiche;
- il Padiglione Italiano (per la prima volta nella sua storia la Biennale inaugurerà un Padiglione esclusivamente dedicato alla valorizzazione dell’architettura contemporanea italiana, nel complesso dell’Arsenale, alle Tese delle Vergini, per una superficie di 1.000 mq), che ospiterà una mostra incentrata sulle trasformazioni dei nostri territori e delle nostre città, nella prospettiva peculiare italiana di rapporto tra contemporaneità e conservazione, tra paesaggio storico e nuovi scenari.
La Mostra del Padiglione Italiano è una iniziativa congiunta della Biennale di Venezia e del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali – DARC, che insieme nomineranno nelle prossime settimane la direzione a cui sarà affidata questa prima mostra nazionale;
- una sezione che descriverà le trasformazioni che si stanno realizzando o si stanno progettando nelle regioni del Sud Italia, a cura Claudio D’Amato Guerrieri (Italia);
- una sezione incentrata su modelli di trasformazioni urbane e territoriali internazionali che (anche in questo caso per la prima volta nella storia della Biennale) sarà realizzata in una città del Sud Italia, e che sarà allestita contestualmente all’apertura degli spazi veneziani, rappresentando una inedita sezione solo geograficamente distante dalle altre tre, a cura di Rinio Bruttomesso (Italia).
Le due sezioni che avranno una come tema, l’altra come sede le regioni del Sud Italia, fa parte della nuova edizione del progetto “Sensi contemporanei” con cui la Biennale, il Ministero dell’Economia – Dipartimento per le Politiche di Sviluppo, e il Ministero dei Beni Culturali, hanno già dallo scorso anno inaugurato un programma di promozione e valorizzazione dell’arte e dell’architettura contemporanea nelle regioni del Sud Italia;
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