20/06/2006 - Il concorso ad inviti per il progetto del Museo Archeologico della Valle della Breche e della Noye a Breteuil (Francia) è stato vinto dallo studio romano n!studio Ferrini Stella Architetti Associati con la collaborazione degli architetti Giulia Scaglietta, Simone Bove, Stefano Battaglia, Tiziana Monti, Paolo Rossi, Teresa Zanaria e con 3TI Progetti Italia, Gianni Bulina, Carolina De Camillis, Riccardo Fibbi, David Serero, BETOM Ingegnerie.
«Il nostro progetto si inscrive nello spessore del suolo, quasi invisibile dal teatro gallo-romano, ed è pensato come l’estensione del paesaggio, un’inserzione nella catena delle valli e depressioni che la topografia della Picardie disegna in questo orizzonte vagabondo.
Il museo è un segno scavato nel suolo, un edificio non definito dalla sua presenza o dalla sua materialità ma al contrario dalla sua assenza ed è attraverso un gioco di scavi e aperture che il museo tenta, come il sito archeologico che lo circonda, di svelare l’invisibile.
Il museo si lascia scoprire dai visitatori attraverso una sequenza che li conduce attraverso una rampa in acciaio corten dalla parte superiore del sito a est, verso la porta d’ingresso del museo nella parte inferiore,. Questa rampa, posizionata lungo l’asse del futuro cammino che condurrà al teatro, fa quasi scivolare lentamente i visitatori nello spessore del terreno, rendendo manifesti i diversi strati del suolo, passando dal suolo naturale, il paesaggio attuale, al suolo artificiale, quello del museo, fino agli strati archeologici che affondano più in basso.
Nello stesso tempo il museo è anche un sollevarsi dal suolo che permette di aprire una tasca nel paesaggio e controllare gli accessi e la luce all’interno.
Lungo la rampa d’accesso, la sola facciata del museo è una lama in acciaio corten che integra nel suo spessore la rampa, un muro di contenimento e la galleria espositiva del museo. L’acciaio corten è un acciaio la cui caratteristica è quella di auto-patinarsi in modo da impedire la corrosione. Questa patina è di fatto uno strato di ossidazione che permette di proteggere l’acciaio dall’umidità dell’aria. Di colore ramato, questo materiale quasi organico cambia dolcemente tinta nel corso del tempo».
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