21/07/2006 - Quale ruolo deve avere l’architettura nel ridefinire la città contemporanea? Quale risposta deve dare il progetto nel ridefinire un vuoto urbano consolidato per riconnettere e rivitalizzare parti di città storica tra loro attualmente separate? Sono queste le domande che i progettisti dello studio +Arch si sono posti prima di iniziare a disegnare i due edifici che presto sorgeranno attorno alle tre torri che Cesar Pelli ha progettato per la futura Città della Moda a Milano.
+ Arch - Francesco Fresa, Germàn Fuenmayor, Gino Garbellini e Monica Tricario - è stato selezionato da Hines Italia, promotrice di quattro concorsi ad invito finalizzati ad individuare i progetti destinati a completare il masterplan dell’architetto argentino.
Il progetto dello studio milanese si è aggiudicato il “Concorso Uffici & Showroom”, che ha visto la partecipazione di Studio Cerri & associati, Antonio Citterio & Partners, e del francese Valode & Pistre Partners.
“Si è perseguito – spiegano gli autori del progetto - il principio di rompere da un lato una omogeneità stilistica che non appartiene alla città europea e ancor meno a Milano, per affermare dall’altro un proprio carattere architettonico come parte di un complesso”. Conferire ai due nuovi edifici una propria riconoscibilità ha comportato una particolare attenzione nello studio delle nuove geometrie e del loro rapporto con i palazzi limitrofi.
I due edifici E1/E2 – 5 livelli fuori terra per un’altezza complessiva di circa 30 metri - affacciano a nord verso un grande spazio pedonale e il parco dei Giardini di Porta Nuova.
“La forma chiara e continua – si legge nella descrizione del progetto - ricompone i due edifici in un unico corpo”. Il fronte delle due strutture diviene una “grande quinta” alla quale i progettisti hanno cercato di conferire un carattere di omogeneità immaginandola leggera e trasparente attraverso un’ampia facciata vetrata. Ne risulta un grande fronte aperto e luminoso affacciato sulla piazza, attraversato al centro dal grande vuoto che separa i due corpi E1/E2.
L’altezza scelta consente inoltre l’allineamento con i corpi limitrofi eisistenti, e al tempo stesso una maggiore differenziazione con gli altri edifici previsti nel Master Plan.
Il fronte esposto a sud, che delimita il confine con la Strada al Sud in un tracciato curvilineo, è chiuso da un sistema di bris soleil che scandiscono verticalmente il fronte. La continuità della facciata è articolata da un sistema di corti interne con finestrature colorate, che scavano a vari livelli l’ edificio, portando la luce ai diversi piani e che rendono vario e ricco il prospetto di circa 140 metri.
“Il lungo zoccolo che delimita la Strada del Sud viene reinterpretato attraverso un rivestimento a fasce tra loro non parallele che rendono vivo questo bordo alto 6 metri.
Qui si affacciano alcune risalite ai negozi posti alla quota della piazza circolare, le uscite dei parcheggi e le vie di fuga dei corpi scala nonché gli spazi di deposito e i locali tecnici. Questo zoccolo diviene un fronte urbano vario, con risalite verso la piazza pedonale, dove il verde e l’ illuminazione diventano elementi compositivi. Una serie di panche scavate nel basamento offrono l’ occasione di sosta”.
Basamento, porticato e copertura sono ricomposti in modo unitario: il porticato poggia sullo zoccolo vetrato e permette attraverso lo sbalzo un percorso coperto lungo l’intero edificio.
“Al grande vuoto centrale – si legge ancora nella descrizione dei progettisti - corrisponde lo scalone che mette in collegamento la Strada del Sud con la piazza pedonale. Mentre lo sbalzo di copertura chiude il volume vetrato e definisce chiaramente la sagoma dell’ edificio….. Il piano orizzontale di copertura si articola attraverso tagli che corrispondono ai patii che scavano il corpo principale, come pozzi di luce che portano l’ illuminazione naturale all’ interno del corpo di fabbrica. I patii sono rivestiti con vetrate colorate che danno ai prospetti una articolazione cromatica e di tagli di luce.
Questi elementi rendono vari gli spazi interni, dove la continuità spaziale è interrotta dalle eccezioni dei patii, da spazi a doppia altezza. Gli spazi open space si aprono attraverso le ampie vetrate verso gli spazi aperti. Ne deriva una tipologia flessibile che permette una divisione tradizionale ma che al tempo stesso si presta ad un utilizzo in spazi open space e di esposizione”.
|