26/07/2006 - Il governo sostiene il progetto per la realizzazione del palazzo del cinema di Venezia, e non esclude la possibilità di contribuire al finanziamento. Il progetto porta la firma di 5+1AA - Alfonso Femìa e Gianluca Peluffo - e Rudy Ricciotti, vincitori nel 2005 del concorso internazionale bandito dalla Biennale di Venezia.
La costruzione della nuova struttura della Biennale del Cinema è prevista in due lotti. Il primo per la realizzazione della sala da 2.400 posti e del foyer; il secondo per le otto sale più piccole ed il mercato del Cinema.
La soluzione proposta recentemente dalle amministrazioni locali consiste nell’affidare la costruzione del primo lotto agli stessi privati che si sono aggiudicati la gara di project financing per la trasformazione del vecchio ospedale del Lido. Si tratta, al momento, della sola soluzione che consentirebbe di dare il via ai cantieri. Anche se i progettisti temono che questo potrebbe comportare un taglio al budget previsto (70 milioni di euro) con un consequenziale abbassamento della qualità del progetto; nonché lo stop dei lavori al primo lotto.
L’ipotesi di un contributo finanziario da parte del Governo potrebbe sbloccare la situazione.
Il progetto
La proposta progettuale di 5+1 & Rudy Ricciotti – apprezzata dalla giuria per aver “tenuto conto delle richieste e delle proposte avanzate a Venezia e al Lido dalle istituzioni pubbliche e dalle rappresentanze dei cittadini, risultando perfettamente sostenibile all’ambiente, lasciando intatte le aree verdi della zona interessata” - concentra la parte più corposa della struttura sotto terra e ridimensiona quella fuori terra.
Si tratta di una soluzione che i progettisti hanno abbracciato al fine di risolvere il “dualismo di fondo” del concorso. E cioè l’esigenza di visibilità ed espressività internazionale da un lato, ed il rispetto della ricchezza locale del sistema Venezia-Lido dall’altro.
Distruggere il verde del Lido sarebbe stato uno scandalo – commentano gli autori del progetto.
“Venezia non ha bisogno di violenza e prevaricazione formale”.
Di qui il tema del realismo magico come soluzione espressiva dell’esterno, e dell’interrato come soluzione funzionale rispettosa dei requisiti del bando.
All’esterno la materialità opaca e terrosa della sala è in armonia con la ricchezza iconica del verde della Piazza del Cinema e del Giardino del Cinema, e dei due edifici del novecento italiano. L’interrato – soluzione funzionale alle proposte del bando – appare “sensuale” e “lussuoso”. “Utilizza – spiegano i progettisti – l’immagine dell’ala della libellula, nella vetrata della Grande Sala sul parco, i materiali e le immagini del mondo del Cinema, oro, velluto, pelle, nel Foyer, nella Passerella, nel Mercato del Cinema, nel Bar”.
Il risultato è uno “spazio teatro-sequenza di luoghi ipogei di grande suggestione spaziale”.
La nuova sede della mostra del Cinema avrà una superficie complessiva di 33mila metri quadrati, ed ospiterà dieci sale più una in grado di accogliere sino a 2.400 posti a sedere.
Principio ispiratore del progetto, così come richiesto nel bando, è l’alto grado di sostenibilità ambientale. Affossata nel terreno in modo da non entrare in conflitto con lo spazio urbano del Lido, la sala da 2400 posti rigenera la condizione primitiva del rapporto con il mare integrando piazza e mare, giardino e natura, attraverso una grande vetrata sul lato del giardino.
Lunga circa 90 metri, la struttura è rivestita di resina e materiali naturali color terra. È la vetrata della grande sala a rappresentarne la transizione con il mondo esterno e con il giardino in particolare.
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