11/08/2006 – Gli architetti di 5+1AA Agenzia d’Architettura tra i finalisti della prestigiosa competizione “Medaglia d’oro all’architettura italiana”. Lo studio genovese ha ottenuto la “Menzione d’Onore – Attività Produttive e per il Pubblico” con il progetto “Low Emission Building”, edificio per uffici costruito secondo criteri di ecocompatibilità e bioarchitettura.
L’edificio è stato realizzato nell’area industriale dove sorge l’antico borgo di Bossarino (Vado Ligure, Savona). Area che contiene una grande discarica (di proprietà di Parfiri, società che ha commissionato la realizzazione del Low Emission Building), edifici industriali e commerciali, la viabilità portuale di connessione alla rete autostradale (Savona-Torino, Genova-Ventimiglia).
Il “Contesto” – spiegano i progettisti – è stato il tema del progetto, per affrontare il quale è stato scelto il linguaggio del “Realismo”, al quale sono associati diversi significati.
Realismo è, prima di tutto, considerare le costruzioni prefabbricate, terziarie, industriali commerciali presenti nell’area in oggetto;
affrontare il tema del Moderno, e della sua declinazione nella periferia delle nostre città;
ammettere le condizioni al contorno. Lo “Studium” della fotografia di Barthes;
affrontare la finestra a nastro come “Punctum” del progetto: la stratificazione di elementi orizzontali da una parte dialoga con il territorio (lo Studium) con i suoi attraversamenti infrastrutturali e le sue sovrapposizioni, dall’altra, con i leggeri sfalsamenti e arretramenti di ogni elemento orizzontale, dialoga, proteggendosi, con l’esposizione solare. Le finestre a nastro, a seconda della loro esposizione, divengono bovindi o incassi;
affrontare il grigio universale delle nostre periferie, ed usarlo, in quattro gradazioni, come tema della stratificazione.
“Poi, improvvisamente, a questo Realismo fatto di composizione elementare e di gradazione di grigi, si inserisce una voglia di Cinema. Di sogno.
Le luci colorate rosse, gialle e blu, diverse ad ogni piano, si accendono al tramonto o nelle mattinate invernali e, avvicinandosi all’edificio, si scoprono gli stessi colori negli intradossi degli sbalzi, si scoprono spigoli fatti di sbalzi inaspettati. Forti. Espressivi.
Il “Punctum” sembra essere stato individuato.
E il realismo contestuale diventa Realismo Magico”.
L’edificio si compone di tre piani per uffici, ed un piano seminterrato adibito a garage.
“La semplicità distributiva dei tre piani – si legge nella descrizione del progetto - è evidente nel sistema dei collegamenti verticali e dei servizi, tutti concentrati in un unico blocco disposto quasi baricentrico nella parte posteriore dell’edificio. Il leggero disassamento di questo blocco rispetto alla pianta rettangolare, è dettato dalla volontà di sbilanciare, al piano terra, la zona di servizio, bar e mensa, verso il giardino esterno, non allontanando troppo questo sistema dall’accesso principale. Si è trattato anche di un piccolo stratagemma per sdrammatizzare, attraverso un lieve e quasi impercettibile disorientamento dell’utente, la rigidità e la simmetria del sistema a manica semplice degli uffici. Così come risulta un poco straniante scoprire che, all’interno degli uffici, grazie agli sfalsamenti dei corpi vetrati, ogni spazio ha un rapporto con le aperture verso l’esterno differente: o è il paesaggio ad entrare con la sua orizzontalità e vista dall’alto nello spazio interno o viceversa ed in differenti gradazioni, lo spazio dell’ufficio ad essere proiettato verso l’esterno stesso”.
All’interno, in contrasto al bianco totale di pareti e soffitti, è stato inserito un sistema di vetrate colorate (con i tre colori esterni per ogni piano) che sfumano nella la trasparenza verso l’alto. Si tratta di un semplice escamotage che permette di arricchire il rapporto percettivo verso l’esterno (il grande tubo azzurro del carbone, le ciminiere, le colline, il porto, il mare), rendendo identificabile questa vista solo muovendosi lungo la scala interna: una sparizione-apparizione del contesto appartenente anche questa al mondo cinematografico.
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