13/10/2006 - Nasce a Cherasco, in provincia di Cuneo, la prima casa a risparmio energetico con design italiano. Il progetto è presentato da Rockwool, produttore mondiale di lana di roccia. La casa passiva di Cherasco nasce dalla collaborazione di Rockwool con l’architetto M. Novo che, oltre a esserne l’attuale proprietario, si è occupato di tutta la parte progettuale con il supporto dell’architetto W. Unterrainer nella progettazione degli impianti e successiva certificazione.
Alla base del progetto figurano non solo la comune sensibilità alle problematiche ambientali, ma anche alcune necessità tecniche come la mancanza di una rete gas. Gli attori coinvolti nel progetto hanno inoltre voluto mantenere lo stile architettonico della casa originaria, adibita a uso rurale e costruita agli inizi dell’800, introducendo numerosi richiami alla tradizione delle Langhe come, ad esempio, il recupero dei mattoni originali (di produzione locale), l’aggetto in mattoni e le persiane di forma e colore simili agli originali.
La casa passiva Rockwool è certificata secondo Passivhausstandard e le sue performance si attestano a 14,6 kWh/m²anno, un fabbisogno energetico minimo che permetterà ai proprietari di recuperare in brevissimo tempo gli extracosti sostenuti per raggiungere tale standard. La casa passiva impiega quindi il 90% di energia in meno rispetto alla casa media europea e l'80% di energia in meno rispetto ad una moderna abitazione. In particolare la bolletta della casa passiva di Cherasco è risultata particolarmente “leggera” questo inverno (175 Euro per riscaldamento e acqua calda), soprattutto se confrontata con quelle del vicinato (per un’abitazione di pari metratura un costo di oltre 3.000 Euro).
Gli obiettivi portati a termine nella realizzazione dell’involucro della casa passiva sono stati:
- continuità dell’isolamento pareti-copertura;
- eliminazione di ponti termici
- involucro interno disgiunto da quello esterno.
Particolare attenzione è stata posta alla coibentazione delle pareti: si è optato per un sistema di isolamento in intercapedine realizzato con pannelli Rockwool 225 dello spessore di 24 cm fissati meccanicamente al muro interno; in seguto sono stati realizzati i muri esterni di finitura (in parte con i mattoni faccia a vista recuperati dalla demolizione) ancorati alla struttura interna.
Anche la fase di isolamento della copertura è stata rilevante per la buona riuscita del progetto: il tetto ventilato è costituito da un primo assito su cui è stata stesa una barriera a vapore e successivamente un doppio strato pannelli in lana di roccia con spessore totale di 30 cm (primo strato di 15 cm realizzato con Rockwool 234 e secondo con Rockwool 444); sopra il materiale isolante è stata poi stesa la barriera acqua-vento, quindi il secondo assito con ventilazione e, infine, i coppi.
I serramenti sono senza controtelaio e montano vetri tripli, mentre la ventilazione e il riscaldamento sono gestiti da un aggregato compatto, ovvero un’apparecchiatura che al suo interno contiene una mini-pompa di calore, un recuperatore di calore, un serbatoio per l’acqua e i ventilatori necessari per garantire l’adeguato flusso d’aria.
Un aspetto ritenuto importante nella realizzazione della casa di Cherasco è stato quello di mantenere aperte alcune opzioni progettuali, con lo scopo di poter intervenire in seguito e trovare il set-up ideale per il comfort abitativo:
- per agevolare lo smaltimento del calore nei mesi estivi, si è deciso di limitare al minimo l’isolamento del solaio al piano terra, con la possibilità di incrementare successivamente tale coibentazione. Valutando i consumi invernali, questa scelta non ha minimamente penalizzato le performance termiche dell’involucro e allo stesso tempo ha consentito un’ottima vivibilità anche nei mesi caldi (temperatura massima interna nel mese di luglio 24°C);
- si è stabilito di attendere la conclusione della prima stagione estiva per valutare la possibilità di realizzare un sistema di ombreggiamento;
- si è effettuata la predisposizione all’impianto solare termico/fotovoltaico.
I dettagli stabiliti durante la fase di progettazione e realizzazione dell’edificio hanno permesso di ottenere spazi caratterizzati da elevato comfort termico e acustico.
Definizione di casa passiva
La casa passiva è un'abitazione che assicura il benessere termico senza alcun impianto di riscaldamento convenzionale (caldaia e termosifoni o sistemi analoghi) ed è detta passiva perché la somma degli apporti passivi di calore dell'irraggiamento solare trasmessi da finestre e vetrate esposte a sud con il calore prodotto e recuperato da sorgenti interne (persone, apparecchiature, macchinari, illuminazione artificiale) è quasi sufficiente a compensare le perdite dell'involucro durante la stagione fredda. Il fabbisogno energetico residuo, inferiore ai 15 kWh/m²anno, viene coperto mediante una pompa di calore.
Le caratteristiche che consentono di classificare una costruzione come casa passiva sono:
- il super-isolamento
- la ventilazione meccanica controllata con recupero di calore e altri guadagni interni
- i guadagni solari
- l'efficienza elettrica degli elettrodomestici
- la capacità di rispondere alla restante esigenza di energia con energia rinnovabile
Evoluzione e integrazione del concetto di edificio passivo nello stile architettonico tradizionale
a cura di Paolo Guanzani, marketing manager di Rockwool Italia
“…il nostro è un periodo storico in cui i concetti legati alla tutela e al rispetto ambientale hanno già superato la fase di trend e moda per raggiungere una maturità che gli ha permesso di passare da ideologia d’avanguardia, limitata a pochi sostenitori, a un concetto diffuso e radicato nella coscienza dei più….
Quindi, da una parte una crescente responsabilità ambientale del singolo, dall’altra un sistema di leggi nazionali ed europee che spingono alla tutela ambientale e al risparmio energetico, fanno sì che in edilizia si vengano a creare quei nuovi paradigmi costruttivi che già in altri campi, hanno fatto, del risparmio energetico, l’elemento centrale della progettazione.
Il costruito diventa così, a tutti gli effetti, protagonista dello sforzo globale di sostenibilità che si sta delineando in virtù della non trascurabilità dei suoi impatti sull’ambiente.
In quest’ottica l’edificio viene concepito anche come macchina, deve cioè essere progettato come un sistema in grado di essere efficace e efficiente, seppur quest’ultimo elemento non debba sopraffare gli aspetti di vivibilità e tradizione edilizia. Se infatti, in un primo tempo, i paradigmi progettuali degli edifici passivi sembravano legare in modo univoco lo stile architettonico alle prestazioni energetiche del costruito, una visione più matura ha poi spinto a scindere il fine dal mezzo, ovvero l’efficienza energetica dell’edificio dalle soluzioni tecniche e architettoniche utilizzate per ottenerla.
La casa di Cherasco rappresenta, in tale ottica, l’esempio reale e tangibile di questo percorso evolutivo che ha permesso di tradurre il concetto di edificio passivo in una soluzione architettonica in piena sintonia con la tradizione italiana”.
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